Il Québec come l’Italia? La regione canadese di popolazione francofona è alle prese da diversi mesi con scandali politici di corruzione, abusi di potere e disordini pubblici. E persino con un fenomeno che in Italia è ben conosciuto dal Sud al Nord: la presenza di imprese mafiose nei cantieri edili. Così le elezioni legislative previste il 4 settembre potrebbero porre fine alla lunga permanenza del primo ministro Jean Charest (in passato vice primo ministro del Canada), al potere dal 2003.
Annunciando la data delle elezioni, il leader del Partito Liberale ha anticipato la ripresa delle udienze della Commissione pubblica d’inchiesta sulla corruzione negli appalti edili, che riprenderà il lavori il 17 settembre dopo una prima fase di udienze tenute a maggio e giugno scorso. Il mandato della commissione, presieduta dalla giudice France Charbonneau, è di fare luce sui sistemi di scambi di favori e tangenti che inquinano il settore edile nell’attribuzione degli appalti pubblici. La prima fase dei lavori ha svelato un sistema molto ben radicato sul territorio, con poteri d’influenza nelle alte sfere politiche.
A cominciare dalla testimonianza del poliziotto Jacques Duchesneau, ex-dirigente dell’Uac (unità anti-collusione) del Ministero dei Trasporti. Dopo un’inchiesta durata un anno, Duchesneau ha sostenuto davanti alla commissione Charbonneau che il 70% del finanziamento elettorale in Québec avviene in maniera illegale. I partiti gestirebbero, secondo lui, da una parte una cassa pubblica, e dall’altra un sistema occulto di transazioni nascoste, tangenti e scambi di favori con il settore degli affari, soprattutto nell’attribuzione degli appalti edili. La rivelazione ha provocato uno choc tra i canadesi, già provati da una primavera di contestazione sociale.
Proprio Duchesneau è stato all’origine della scelta di istituire la commissione: nel settembre scorso aveva consegnato il suo rapporto d’inchiesta a una giornalista per paura che fosse insabbiato dalle alte sfere politiche. Da due anni, infatti, il governo si rifiutava di indagare pubblicamente sulle molteplici frodi nel settore della costruzioni, malgrado le pressioni dell’opinione pubblica.
MAFIA E APPALTI, IL SISTEMA. Nel 2010, durante l’operazione Orso Bruno che ha visto collaborare la Dia italiana e la polizia canadese, il sergente Lorie McDougall ha rivelato che l’industria edile a Montreal è controllata dal clan Rizzuto, che esige il pagamento di un pizzo del 5% su tutti i contratti attribuiti. La famiglia Rizzuto è storicamente legata al clan mafioso Cuntrera-Caruana e alla cosca Bonnano di New York. Il giornalista Normand Lester, citando un ex poliziotto che ha collaborato con la polizia italiana, afferma addirittura che ”la mafia ha lo stesso potere d’influenza nel Plq (il partito del primo ministro Charest, ndr) e nell’industria edile in Québec che ha in istituzioni siciliane simili”.
A conferma di questo potere di influenza ad altissimo livello, nel maggio scorso il ministro dell’Istruzione del Québec Line Beauchamp si è dimessa dopo che sia stato reso noto un suo incontro con Domenico Arcuri, siciliano di origine ed esponente mafioso ben conosciuto dalle autorità locali. Arcuri, anche lui proprietario di una importante ditta edile, ha partecipato ad un pranzo di finanziamento del partito in presenza del Ministro nel 2009. Prima di lei altri due ministri avevano rassegnato le dimissioni per collusione, sempre nell’attribuzione di appalti edili.
E’ stato dimostrato che durante le trattative di attribuzione degli appalti i prezzi dei preventivi vengono gonfiati fino al 70% mentre il valore dei terreni viene deliberatamente sottovalutato dagli enti governativi. Attualmente, la commissione Charbonneau indaga su 7 imprese, tra cui le ditte edili di Tony Accurso, Paolo Catania e Joe Borsellino, attori che hanno costruito dei veri e propri imperi nell’edilizia quebecchese e che intrattengono legami con personaggi mafiosi locali.
Paolo Catania è stato filmato durante un incontro con il boss Nick Rizzuto (nella foto; celebri i suoi funerali in una bara d’oro nel 2010, dopo che il boss era stato ucciso in un agguato, ndr) nel quartier generale del clan, mentre quest’ultimo contava e nascondeva grosse somme di denaro nelle calze. Quanto a Tony Accurso, possiede più di 60 ditte che ottengono ben l’80% dei contratti pubblici. Continua a ricevere importanti investimenti dal fondo della Ftq, il più importante sindacato dei lavoratori quebecchese, malgrado una condanna per una frode fiscale di 4,5 milioni di dollari canadesi (oltre 3,6 milioni di euro) nel 2010. I giornali hanno fatto notare che alcuni dirigenti sindacali e importanti politici sono stati invitati diverse volte a trascorrere piacevoli giornate sullo yacht privato di Accurso… Quest’ultimo, è stato arrestato due volte per evasione fiscale.
Inoltre la Ftq avrebbe avuto un ruolo d’intermediazione tra politici e imprenditori. Alcuni suoi esponenti sono attualmente indagati dalla commissione Charbonneau per essere intervenuti e avere intascato rimborsi durante gare pubbliche d’appalto. Nelle indagini sono apparse anche relazioni con la criminalità organizzata.
I POLITICI INTOCCABILI. Poco dopo il lancio della campagna elettorale, la trasmissione Enquête ha svelato che l’indagine su un alto dirigente della Ftq è stata interrotta meno di mezz’ora dopo un’incontro tra l’interessato e il primo ministro. Il Québec non è dotato di strumenti per lottare contro gli abusi di potere nelle alte sfere politiche. Fonti interne della polizia denunciano il controllo della politica sulle inchieste in corso, che rende la classe politica ‘’intoccabile’’ e immune contro eventuali procedure di giustizia.
L’istituzione di una commissione d’inchiesta pubblica, dopo i due anni di “resistenza” malgrado le rivelazioni del sergente McDougall, è apparso a molti come un’ammissione di colpevolezza di Charest, come se avesse molte cose da nascondere. A cominciare dal fatto che quando è al potere, il finanziamento al suo partito è raddoppiato. Contro di lui piovono accuse di ingerenza nelle inchieste della polizia regionale, lobbyismo con i più importanti imprenditori della provincia e partecipazione a lussuose feste, ministri dimissionari dopo scandali di collusione, svendita delle risorse naturali senza adeguati ritorni, abuso di potere con leggi anticostituzionali (la legge 78 che ha sollevato preoccupazioni anche da parte dell’Onu, in quanto reprime i diritti fondamentali di associazione e di espressione) e strumentalizzazione del conflitto studentesco primaverile a fini elettorali.
Malgrado tutto, il Partito liberale di centrodestra ha buone probabilità di vincere di nuovo il 4 settembre perché la sinistra quebecchese è molto frammentata. Però l’altro avversario di destra, la giovanissima Caq (Coalition Avenir Québec), potrebbe sorprendere con il suo ormai celebre candidato al posto di Vice Primo Ministro, che è appunto l’ormai ex-poliziotto Jacques Duchesneau, quello che ha indagato sui finanziamenti politici illegali, Anche se il suo leader François Legault ha pure lui incassato soldi da una ditta edile mentre era deputato. In dieci anni Asphalte Desjardins ha contribuito per 73.950 dollari alla carriera di Legault. La legge sul finanziamento ai partiti politici proibisce alle imprese di fare donazioni ai partiti e limita le donazioni individuali a mille dollari.
di Chantal Dumont