Due note di metodo. Ma ancor prima un ringraziamento ad Antonio Spera per la collaborazione nella stesura dell’undici.
1. Abbiamo scelto una modalità non ‘estrema’ di formulazione dei consigli. Non abbiamo né suggerito i campioni già affermati (per il quale, evidentemente, non c’è bisogno di alcun suggerimento) né i talentuosi e completamente sconosciuti nuovi arrivati, spesso con nomi impronunciabili, per cui c’è bisogno di una conoscenza, un’esperienza (e anche il coraggio di rischiare: il bidone è sempre dietro l’angolo) forse non alla nostra portata.
2. Abbiamo deciso di incastrare gli undici giocatori in uno schema 4-4-2. Non è forse lo schema universalmente considerato come il migliore per il Fantacalcio, dove le tre punte possono fare la differenza perché portano gol e dunque punti, ma oltre a essere il modulo più ‘tradizionale’ è (forse) anche quello più premiante per i nuovi modelli di Fantacalcio, quelli che prevedono dei parametri di correzione per difesa e centrocampo in modo da aumentare il realismo del gioco. Abbiamo dunque cercato di mettere insieme una squadra sufficientemente bilanciata, sostenibile, che potrebbe teoricamente scendere in campo coprendo davvero tutti i reparti.
Portiere
Zeljko Brkic (Udinese)
In un campionato molto livellato, la scelta del portiere è una delle decisioni più complesse. Escludendo Buffon (troppo ovvio, troppo ambito, troppo caro, soprattutto se ci sono juventini nella vostra fantaLega), c’è molta scelta e anche molta incertezza. La Roma è la Roma di Zeman, il Milan è il Milan senza Thiago Silva, all’Inter c’è Handanovic ma è già infortunato e non si conosce la resistenza reale della difesa di Stramaccioni. De Sanctis non ha iniziato benissimo la stagione al Napoli, la cui difesa non è il reparto forte. Per questo il nuovo portiere dell’Udinese, titolare della nazionale serba, può avere il miglior rapporto qualità-prezzo. Quando si parla di nuovi giocatori stranieri, c’è sempre da fidarsi dell’impresa globale targata Pozzo, che proprio sui portieri non ha mai deluso. Erede designato proprio del neointerista Handanovic, l’Udinese lo aveva acquistato lo scorso anno nel mercato di gennaio. Già decisivo nell’andata dei preliminari di Champions League contro il braga.
Difensori
1. Dusan Basta (Udinese)
Un difensore ideale per il Fantacalcio a causa del suo spiccato senso del gol. Avere un difensore così può fare la differenza soprattutto per chi gioca con modificatori per i reparti. Pur essendo formalmente un giocatore di difesa, spesso è schierato laterale data la sua spiccata tendenza a spingersi in attacco. L’anno scorso ha segnato cinque gol (dopo aver praticamente saltato la stagione precedente per infortunio) e quest’anno ha già segnato un gol pesantissimo nei preliminari di Champions.
2. Danilo Fernando Avelar (Cagliari)
Classe ’89, brasiliano con passaporto italiano. Marcantonio di un metro e ottanta. Possente sulla fascia, sostituisce l’istituzione Agostini. Ha già giocato in Europa, in Germania (Shalke 04) e Ucraina (Karpaty), può essere una bella rivelazione, anche perché potreste portarlo a casa con pochissimi crediti.
3. Matija Nastasic (Fiorentina)
Ottimo difensore centrale, giovanissimo e titolare in serie A già da due stagioni. Se Mancini (Manchester City) ha messo gli occhi su questo giovane jugoslavo (che, quindi, potrebbe persino essere ceduto entro il 31 agosto, data di fine del mercato estivo) un motivo ci sarà. Garantisce anche qualche marcatura a uomo. Nella nuova Fiorentina di Vincenzo Montella e orfana di capitan Gamberini, passato al Napoli, potrebbe essere il nuovo leader arretrato.
4. Miguel Angel Britos (Napoli)
Nell’annata quasi perfetta della squadra di Mazzarri dell’anno scorso è mancata la lucidità nei momenti di snodo (pensare che il Chelsea ha vinto la Champions e il Napoli l’aveva quasi eliminato) e, soprattutto, è mancata una difesa all’altezza degli altri reparti. Proprio Britos è stato spesso evocato come il grande assente della scorsa stagione a causa di un infortunio molto severo nel precampionato (infrazione del quinto metatarso del piede destro) che lo ha tenuto fuori per metà annata. Quest’anno la squadra partenopea potrebbe ripartire proprio da lui per trovare la solidità necessaria a giocarsi, perché no, lo scudetto.
Centrocampisti
1. Alessio Cerci (Torino)
Il calcio italiano non ha bisogno solo di nuovi valori morali ma anche di valorizzatori di talenti. Ventura con Cerci l’ha già fatto a Pisa, dove ha giocato la sua migliore stagione. E proprio Ventura lo ha fortemente voluto sotto la Mole, a differenza di Montella che non ha creduto in lui. Oggi a 25 anni ha la sua ultima chiamata nel calcio che conta in un ambiente che certamente lo sosterrà. Se fallirà anche questa volta avremo a che fare con un grande incompiuto.
2. Urby Emanuelson (Milan)
In una squadra rinnovata, smantellata e indebolita secondo moltissimi osservatori, lui è già un veterano dello spogliatoio. Dopo due stagioni con qualche alto e molti bassi (soprattutto di natura tattica: Allegri lo ha piazzato più o meno ovunque) sembra che abbia trovato la sua dimensione potendosi muovere piuttosto liberamente nel cerchio di centrocampo. Tecnica e corsa non mancano. Batte le punizioni e ama crossare. Uno dei pochi calciatori certamente positivi nell’altalenante Milan estivo. Sarà probabilmente snobbato nelle aste: voi non fatelo.
3. Franco Brienza (Palermo)
È il primo giocatore ricomprato da Zamparini dopo una sua cessione a titolo definitivo. Considerando l’altalenante umore del Presidente rosanero, questa è già una notizia. Ha seguito Sannino nel trasferimento da Siena a Palermo ed è uno dei pochi giocatori del centrocampo siciliano che sembra in grado di inventare. Ha dichiarato di voler chiudere la carriere in Sicilia. Ha 33 anni. Ed è considerato un centrocampista pur giocando spesso e volentieri come punta, tornante o numero 10. Difficile che non porti gol alla vostra squadra.
4. Walter Gargano (Inter)
Non si vive di soli rigoristi, fantasisti, tornanti. Il Fantacalcio è un gioco in cui è necessario mettere fieno in cascina e garantirsi un paio di difensori e un paio di centrocampisti regolari, che difficilmente vadano sotto la sufficienza. Se la pensate così, Walter Gargano è il vostro uomo. Passato da Napoli a Milano, sponda Inter nel giorno del grande scambio Cassano-Pazzini, garantisce un sacco di quantità e non è del tutto allergico al gol. I tifosi partenopei sono incazzatissimi per la cessione del mediano uruguaiano, sebbene Gargano non appartenesse proprio alla prima linea: un motivo ci sarà.
Attaccanti
1. Lorenzo Insigne (Napoli)
Appartengo alla categoria eretica che ritiene che il Napoli non abbia guadagnato solo economicamente dalla partenza di Lavezzi e dall’arrivo del napoletanissimo attaccante ventunenne. Esploso nel Pescara di Zeman, è il giocatore che Mazzarri ha sempre desiderato: può sostituire i tenori (Cavani, Hamsik, Pandev) oltre a essere tranquillamente in grado di giocare titolare. È giovane e ha un potenziale enorme, anche se dovrà sfatare il mezzo tabù dei napoletani a Napoli. Potrebbe non essere solo la nuova stella degli azzurri ma la nuova seconda o (terza, se Prandelli rischierà al mondiale brasiliano) punta della Nazionale.
2. Maxi Lopez (Sampdoria)
Quando ha avuto fiducia e ha giocato titolare ha sempre segnato. A Catania ha fatto la differenza. Si è perso l’anno scorso, in una stagione mai iniziata dopo i gossip di mercato e l’oramai forzatissimo passaggio al Milan a gennaio, quasi in veste di contentino di Galliani, che dopo non essere riuscito ad arrivare a Tevez si è accontentato dell’argentino. Dopo sei mesi di purgatorio può tornare protagonista in una piazza affamata di calcio di alto livello e di gol, quella Sampdoria passata in due anni dall’attacco Cassano-Pazzini all’inferno della Serie B. E ritorno.