I Golia in questione sono davvero grandi. Si chiamano ad esempio Apple o Philip Morris, colossi sconfitti in recenti, storiche class action. Ma anche Ryanair, fino a pochi anni fa considerata una compagnia “amica” dei consumatori, poiché prima ad aver introdotto sul mercato i voli a basso costo.
Non ditelo però a Suzy Mc Leod, 35enne inglese madre di 2 bambini. Per il solo fatto di aver dimenticato di stampare la carta d’imbarco prima di recarsi in aeroporto, Suzy ha dovuto spendere 236 sterline (poco meno di 300 euro) per imbarcarsi sul volo che da Alicante Bristol. La sua vendetta si è consumata su Facebook. Diventata la vendicatrice di tutti i vessati dalla compagnia low cost, il messaggio sulla bacheca Facebook di Ryanair con la sua denuncia ha raggiunto i 350.000 like in pochissime ore.
Ennesimo danno d’immagine per la compagnia irlandese. Il suo fondatore Michael O’Leary d’altronde non è nuovo a cadute di stile, come quando in passato aveva anche proposto una maggiorazione di prezzo per i viaggiatori obesi, il bagno a pagamento, o i posti in piedi in aereo. Già negli anni 90, i consumatori americani hanno riportato importanti vittorie. Storica la class action guidata da Erin Brockovich e conclusasi nel 1996 contro la Pacific & Gas Company, responsabile di aver inquinato con il cromo una piccola città della California.
La multinazionale del tabacco Philip Morris ha sborsato risarcimenti per milioni di dollari a persone vittime di tumore, e anche i cittadini del Golfo del Messico il cui mare è stato inquinato dalla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deep Horizon nel 2010 chiederanno presto conto a British Petroleum. Anche in Italia, dove queste cose sono molto difficili, abbiamo un piccolo motivo di orgoglio. Dopo le segnalazioni dei consumatori, Agcom ha ripetutamente sanzionato Apple per mancata applicazione della garanzia biennale.
Il Fatto Quotidiano, 25 agosto 2012