Secondo la ricerca dal titolo “Sessualità e Internet: i comportamenti dei teenager italiani” commissionata da Save the children, il 31% dei ragazzi tra i 16 e 17 anni ammette di avere avuto incontri, anche intimi, con persone conosciute in rete. La psicoterapeuta: "La 'prevenzione' si fa col dialogo in famiglia"
Da simbolo di libertà ed espressione a strumento di adescamento. La rete continua ad avviluppare i soggetti deboli, primi fra tutti i bambini. È quanto testimonia una recente ricerca dal titolo “Sessualità e Internet: i comportamenti dei teenager italiani”, commissionata da Save the children. Questi i dati: il 31% dei ragazzi tra i 16 e 17 anni ammette di avere avuto incontri, anche intimi, con persone conosciute in rete. Sul fronte della pedopornografia, il 78% delle vittime ha meno di 12 anni, il 4% meno di 3-4 anni.
“Un bambino che utilizza il web privo degli strumenti per capire e gestire un mezzo che ha molte potenzialità ma altrettanti rischi, è un bambino che è potenzialmente sottoposto a rischio di abuso. I fatti di cronaca sono densi di episodi che lo attestano”, afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the children Italia. “Può apparire banale che il 32% di teenager dia il suo numero di cellulare a qualcuno conosciuto online, ma questo implica che potenzialmente il rapporto virtuale possa proseguire nel mondo reale. Non a caso 10,5% dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni si dà appuntamento con una persona incontrata in rete, percentuale che cresce fino al 31% fra i 16 e i 17 anni. E ben il 6,5% dei primi e 16% dei secondi invia video e immagini di sé nudi”.
E una volta scaricate queste immagini rimangono online, perché rimuovere i siti pedoponografici è ancora oggi difficilissimo: uno studio dell’Università di Cambridge ha messo in evidenza come la rimozione dei siti dediti a operazioni bancarie illegali abbia richiesto da 3,5 a 4,5 ore, mentre il tempo medio necessario per la rimozione di siti pedopornografici è stato di 719 ore. “È assurdo pensare che una transazione finanziaria illecita sia considerata oggi più “urgente” che una violenza perpetrata su un bambino”, spiega ancora Neri.
Ma cosa possono fare i genitori per tenere lontani i propri figli dai pericoli del web? Mariateresa Ingenito, psicoterapeuta dell’età evolutiva spiega: “Tutto dipende da come s’imposta il dialogo educativo col figlio. Ogni bambino è curioso della sessualità e del mondo che c’è fuori, ma dovrebbe poterlo condividere con i genitori”. Il consiglio è quindi quello di “parlare tanto all’interno della famiglia”. Bisogna quindi “creare una ‘relazione conversativa’, che porta a vivere i conflitti in maniera non occultata”. Secondo Ingenito, quando il figlio torna da scuola è più utile chiedere: “Come stai? Ti sei divertito oggi?”, piuttosto che “sei stato interrogato? Quanto hai avuto?”. Occorre cioè “conoscere come il bambino gode della vita e trae benessere dalle cose”. E continua: “Anche la scelta di un programma tv o di un sito web dovrebbe essere condivisa”. Il genitore deve cioè “esercitare un controllo indiretto che non risulti come tale”.