Vi ricordate di quando rubavano le radio delle macchine? Oppure quando rubavano benzina dal serbatoio sifonandola con un tubo di gomma? Beh, queste cose non succedono quasi più dopo che tutti hanno l’autoradio integrata e il tappo della benzina con la chiave. Tuttavia, c’è sempre qualcosa di nuovo di cui preoccuparsi. Arriva dagli Stati Uniti in questi giorni la notizia di un furto di marmitte catalitiche in un parcheggio vicino a Chicago. I ladri se la sono presa in particolare con le Suv, veicoli alti da terra dove la marmitta è facilmente raggiungibile.

Il furto delle marmitte catalitiche non è cosa nuova. Se ne parlava già da tempo negli Stati Uniti e ultimamente anche in Italia. Quello che le rende interessanti per i ladri sono i metalli preziosi che contengono: platino, palladio e rodio. Senza questi metalli non sarebbe possibile eliminare dallo scarico dei motori i prodotti più dannosi della combustione. Dei tre, il platino è quello contenuto in maggiore quantità. Tipicamente, una marmitta ne contiene da 1 a 3 grammi. Ora, al momento attuale, il platino di recupero vale circa 30 euro al grammo. Quindi, contando anche gli altri metalli, da una marmitta si può recuperare un centinaio di euro. Sicuramente, il ladro si mette in tasca molto meno di così, ma è un buon guadagno se basta un seghetto e pochi minuti di lavoro per portarsi via la marmitta.

Come ci possiamo difendere? Una marmitta catalitica estraibile (come le vecchie radio) non sarebbe pratica. Scambiare il Suv con una Ferrari (notoriamente molto più bassa da terra) anche quello avrebbe qualche problema. Nel futuro, sicuramente i costruttori progetteranno i veicoli in modo tale che la marmitta non sia facilmente accessibile; ma ci vorranno anni.

A lungo andare, comunque, la questione di furti è semplicemente un riflesso del fatto che le marmitte sono costose e che lo sono per il fatto che metalli preziosi. Sono preziosi perché sono rari. Via via che estraiamo, per esempio, il platino, diventa sempre più costoso andare a cercarlo in depositi minerali sempre meno concentrati. Col tempo, produrre marmitte catalitiche a prezzi ragionevoli diventerà sempre più difficile; al punto che potremmo non potercele più permettere. Visti i recenti aumenti di prezzo di tutte le risorse minerali, questo momento potrebbe non essere tanto lontano nel futuro. 

Riciclare può alleviare il problema, ma non lo risolve completamente. Un problema è che la marmitta catalitica perde continuamente un po’ di metalli via via che si viaggia, sparpagliandoli in giro. Sono quantità piccole, ma non trascurabili e non le si potranno mai più recuperare. Inoltre, molti veicoli vanno a finire in zone remote del mondo, dove mancano le infrastrutture per riciclare le marmitte. Oppure finiscono abbandonati dove è difficile o impossibile recuperarli. Tutti questi fattori fanno si che oggi a livello mondiale non si ricicla più del 50-60% dei metalli del gruppo del platino dalle marmitte catalitiche.

Vediamo quindi che le marmitte catalitiche ci mettono davanti un problema insormontabile: quello dell’esaurimento dei minerali rari e preziosi. Se, da una parte, si potrebbe pensare di sostituire il petrolio con combustibili rinnovabili (per esempio i biocombustibili, anche se sono rinnovabili solo in teoria), non c’è nessun modo di produrre del “platino rinnovabile” e non siamo in grado, per ora, di fare delle marmitte catalitiche che non usano metalli preziosi. E’ un altro fattore, oltre all’esaurimento del petrolio e all’emissione di gas serra, che ci deve spingere ad abbandonare, prima o poi, la tecnologia ormai obsoleta dei motori a combustione. Nel futuro, i motori dei veicoli saranno elettrici o non saranno proprio.

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