Bersani ci mette il carico. E getta benzina sul fuoco della polemica. Il bersaglio è sempre lo stesso: Beppe Grillo e i suoi attacchi nei confronti del Partito democratico. Attacchi che, il segretario del Pd lo conferma, sono sferrati con linguaggio fascista. “Rispetto tutti e voglio parlare con tutti e intendo approfittare anch’io della sacrosanta libertà della rete. Non insulto nessuno, né tantomeno voglio iscrivere qualcuno al partito nazionale fascista che, per fortuna, non c’è più – ha spiegato Bersani – Ho detto, e intendo ripetere, una cosa semplice e precisa. Frasi del tipo: ‘siete dei cadaveri ambulanti, vi seppelliremo vivi’ e così via, sono le frasi di un linguaggio fascista, così come lo abbiamo conosciuto in Italia”. “E’ vero o no?”, si è chiesto Bersani: “Ci si rifletta un attimo e si risponda a questo senza divagare, senza deformare quel che ho detto, senza insultare – ha attaccato il segretario del Partito democratico – E a chi consiglia di lasciar correre per opportunità, o per opportunismo, rispondo – ha puntualizzato – che essere riformisti significa anche piantare qualche chiodo. Non pensando a noi, ma pensando all’Italia”.
A rinforzare la posizione di Pier Luigi Bersani, inoltre, è arrivato anche il parere di Enrico Letta, secondo cui “Grillo è l’unico leader politico italiano al quale non si possono fare domande, con il quale non si può avere una dialettica e un confronto faccia a faccia”. Per il vicecapogruppo del Pd, in diretta da ‘VeDro’ su Radio 24, “la politica per forza di cose deve essere faccia a faccia, domanda, risposta. Il M5S e Grillo in particolare, propone un modello nel quale lui lancia il verbo dall’alto, con lui non si può avere nessuna forma di dialogo e questo verbo, che nel 90% dei casi è sotto forma di anatema o insulto, viene replicato e diventa un’onda d’urto che la rete ripete”. “Bersani – ha spiegato Letta – ha reagito a questo meccanismo che non fa bene alla politica e credo che sia salutare che qualcuno abbia preso di petto Grillo perché quel meccanismo dell’anatema dall’alto replicato poi come un’onda d’urto che colpisce duramente la persona, è un meccanismo che ha fatto sì che in questi mesi si sia preferito evitare il confronto diretto con Grillo e in questo -conclude Latta – ecco il termine ‘squadrismo web‘”
Non la pensa così il senatore dell’Idv Luigi Li Gotti. “Spiace la reazione di Bersani alle critiche, anche aspre, al governo Monti e al Pd che lo sostiene – ha scritto sul suo blog l’esponente di punta dell’Italia dei valori – L’Idv conduce una opposizione netta e non si può pretende che si scindano le responsabilità nel momento della critica”. Per il responsabile Giustizia dell’Idv “ancor più evidente è il contrasto con chi è stato l’alleato sin dal 2006. Bersani omette di considerare che la divisione del centrosinistra non è dell’Idv, ma è nella realtà di un centrosinistra che governa e di un centrosinistra che è opposizione. Poi Bersani si offende per i toni ed i modi – ha continuato Li Gotti – : sono quelli delle competizioni e contrapposizioni politiche, esaltati dalla necessità di dover alzare la voce per farsi sentire, in un sistema mediatico fatto di spot e non di ragionamenti, con i tempi della comunicazione immediata”. “L’offeso Bersani ora – ha spiegato il senatore – ha trovato il modo mediaticamente più diretto per manifestare il suo radicale disappunto dandoci dei ‘fascisti’. Era lo stesso termine che venne usato per bollare i martiri di Budapest. Corsi e ricorsi storici: pensate – ha concluso Li Gotti- che il nostro Presidente della Repubblica, all’epoca, disse che i carri armati sovietici riportarono la pace e la servirono (25 mila rivoltosi ammazzati). Attenzione alle parole, la storia è amara”.