Immaginate che io sia la vostra nuova vicina di casa. Immaginate che, arrivata in condominio, inizi a contestare vivacemente, con toni coloriti e talvolta offensivi l’amministratore sulla sua gestione, immaginate che l’amministratore mi dia della fascista ed io di rimando continui ad insultarlo…che idea vi fareste di entrambi?
Bersani e Grillo sono fioccate parole pesanti in una diatriba mediatica volgare. Come sempre a rimetterci è l’elettore che più che essere invogliato ad un approfondimento, gode voyeristicamente del gossip. E’ questo forse il modo giusto e corretto di fare captatio benevolentie e condurre una campagna elettorale? Con questi toni cosa si provoca se non confusione e un degradante abbassamento del livello della politica? Grillo fa politica, non ce n’è, inutile negarlo, piuttosto iniziamo a chiederci come la fa. I suoi toni sono irriverenti? Non è certo dando del fascista in modo generalizzato e non scendendo nel particolare ovvero non rispondendo punto per punto alle accuse che Bersani può farla franca. Allora forse è giusto e utile ricordare ai nostri politici che esistono tecniche costruttive di gestione del conflitto, tecniche che se applicate aiuterebbero non solo a non cadere nella prosaicità del litigio ma anche gli elettori che potrebbero così farsi un’idea su da che parte stare.
Come criticare in modo costruttivo: dividere le persone dal problema, non serve a nulla fare ironia sugli zombies quando abbiamo problemi seri su cui poterci concentrare dando le nostre soluzioni.
I giudizi moralistici espressi in seconda persona, che etichettano l’altro con insulti fanno tanto ridere ma evitano l’analisi e il confronto tramite la valutazione dei torti; i confronti negativi e svalutanti portano solo al rifiuto della responsabilità dei propri atti. Con questi toni non possiamo aspettarci risposte propositive. Strategie basate sulla critica costruttiva che eviti all’elettorato di subire litigi volgari e confusivi non eliminano il giudizio ma invece di produrre reazioni di difesa, resistenza e rifiuto, l’osservazione si limita a descrivere ciò che accade dando la possibilità a chi ascolta di maturare un parere e non di reagire con una semplice risata.