Nel 2011 ammonta a 19 milioni di euro la voce degli stipendi per cda e dirigenti rispetto ai 21 messi per il servizio base offerto dal colosso di acqua e gas. Senza contare i costi dirigenziali della galassia di partecipate e controllate e, come segnalato dalla Cgil, "i numerosi benefit come auto, carta di credito, spese di rappresentanza, vitto e alloggio"
I manager di Hera costano 19 milioni di euro l’anno, solo due milioni in meno rispetto agli investimenti fatti in tutto il 2011 sulla rete idrica. A fare i conti è la Filctem-Cgil che denuncia anche la corsa alle nuove nomine dirigenziali, addirittura sette il giorno dopo l’approvazione del piano che porterà alla fusione tra il colosso emiliano-romagnolo che si occupa di rifiuti, acqua e energia e la veneta Acegas-Aps.
Con le nuove nomine i dirigenti di Hera arrivano a 132, troppo secondo il sindacato che segnala come il rapporto tra dirigenti e lavoratori nel settore privato sia dello 0,9%, mentre in Hera è più del doppio, raggiungendo il 2%. Non una buona prestazione per un’azienda che tutti, politici ma sopratutto top manager, considerano privata a tutti gli effetti. In primo luogo giuridicamente, trattandosi di una società per azioni, ma anche quando arriva il momento di discutere le faraoniche retribuzioni di direttore generale e presidente. Retribuzioni che non si possono abbassare, ha spiegato tempo fa la vicesindaco di Bologna, Silvia Giannini, perché determinerebbero quella che gli economisti chiamano “selezione avversa”: i migliori se ne vanno attratti dalla più generosa concorrenza lasciando a Hera solo i dirigenti peggiori. Per il momento il presidente Tomaso Tommasi di Vignano intasca 350mila euro l’anno, più 117 di bonus e altri incentivi, 6mila di benefici non monetari e altri 2mila di “altri compensi”. In totale 475mila euro. Maurizio Chiarini, amministratore delegato del gruppo, nel 2011 ha sorpassato invece i 500mila euro.
Al di là della discussione restano i dati portati dalla Cgil: i dirigenti Hera costano in media 9500 euro al mese. In tutto oltre 16milioni l’anno. Se a questa cifra si aggiungono i due milioni e mezzo di costo del consiglio di amministrazione si arriva a 19 milioni di euro. Solo due in meno rispetto ai 21 investiti sulla rete idrica nell’ultimo anno. “Di coneguenza – spiega il sindacato – il management incide sul costo del personale per circa l’8,8% del totale (in altre parole i 125 Dirigenti costano come 803 Operai o Impiegati neo assunti rif. CCNL Federgasacqua)”. Senza contare i costi dei cda della galassia di partecipate e controllate che orbitano attorno a Hera. Non solo.“Non sono stati presi in considerazioni – scrive il sindacato – i benefit erogati, quali auto (BMW, Audi, Mercedes) con carta carburante e copertura Kasko, carte di credito per spese di rappresentanza, vitto e alloggio”. Purtroppo qui diventa impossibile fare i conti, perché sul rapporto di centinaia di pagine che ogni anno Hera presenta a azionisti e pubblico questi benefit non vengono esplicitati.