Pochi millesimi, sei per la precisione, ma i rialzi della benzina non si fermano. Non cambia neanche oggi il copione, dopo il record registrato ieri, sulla rete carburanti nazionale servita. Secondo il monitoraggio di Quotidiano Energia infatti sono ancora in aumento le medie dei prezzi e le punte: le prime registrano 1.928 euro al litro per la benzina Total-Erg e 1,810 per il diesel; le seconde scontano l’ennesimo record territoriale della “verde” in alcune Regioni del Centro, dove gioca il fattore addizionali, con 2,019 euro al litro, mentre il diesel staziona a 1,850. A fronte di quotazioni internazionali dei prodotti in leggero ribasso per effetto cambio – afferma Quotidiano Energia – i prezzi praticati sono dunque in leggera salita sull’onda degli ultimi ritocchi dei prezzi raccomandati che oggi, però, risultano fermi.
In particolare, aggiunge, c’è da constatare che nelle regioni ad accisa locale più elevata della media nazionale i prezzi della benzina “serviti” sono superiori ai due euro per la maggior parte dei marchi negli impianti che non effettuano sconti o praticano prezzi ridotti unicamente nella modalità self. A livello Paese, secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale per Check-Up Prezzi QE, il prezzo medio praticato della benzina (sempre in modalità “servito”) va dall’1,918 euro al litro di Esso all’1,928 di TotalErg (no-logo a 1,829). Per il diesel si passa dall’1,801 euro al litro sempre di Esso all’1,810 di IP, Esso e TotalErg (no-logo a 1,702). Il Gpl infine è tra 0,779 euro al litro di Eni e 0,790 di Q8 (no-logo a 0,768).
Il prezzo del petrolio oggi è in calo in apertura dei mercati: il greggio con consegna a ottobre viene infatti scambiato sul mercato elettronico di New York a 95,34 dollari, in ribasso di 13 centesimi. Tariffe in diminuzione anche sui mercati asiatici per i timori legati alla tempesta tropicale Isaac che minaccia le raffinerie statunitensi del Golfo del Messico. Il Wti cede un cent a 95,46 dollari al barile mentre il Brent arretra di tre cent a 112,23 dollari al barile.
Per l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, però “è difficile che i prezzi del petrolio a livello internazionale segnino a breve una riduzione. Pochi mesi fa avrei pensato – spiega in una intervista al Messaggero – a un prezzo più basso del barile. E invece non è andata così. Ci sono le tensioni internazionali sull’Iran, quelle connesse alla situazione del Golfo del Messico. E poi le speranze di una ripresa dell’economia mondiale. Infine, c’è l’euro debole che ci penalizza. Difficile quindi pensare a un raffreddamento dei prezzi a livello internazionale”, ha detto Scaroni che pure stima un calo dei consumi “intorno all’8-9%”. L’ad del colosso energetico non ritiene inoltre possibile che il governo tagli le accise sulla benzina anche a fronte del boom della verde in queste settimane arrivata oltre la soglia dei 2 euro al litro.“La situazione finanziaria del paese – dice – non credo lasci margini di manovra”.