Torniamo a occuparci della PAC, la politica agricola comune dell’Unione Europea. Un tema che quasi tutti considerano per addetti ai lavori, salvo che di contadini in giro ce ne sono sempre meno. Già qualche mese fa avevo rilevato come il processo di riforma della PAC sia cruciale per il nostro futuro (non solo in tema di agricoltura e alimentazione) e avevo lamentato quanto sia scarsa l’attenzione per l’argomento sui media e nella pubblica opinione, non solo in Italia. Sarà che le politiche europee in genere ci sembrano distanti, e diventa importante occuparsene solo quando si traducono in divieti fastidiosi o in saccenti rimproveri.

Eppure faremmo meglio a interessarci di più della faccenda. C’è in gioco una fetta enorme del bilancio comunitario (il 43% delle risorse complessive, per un totale di circa 55 miliardi di euro), ma soprattutto si sta parlando di quello che mangeremo nei prossimi anni, di come sarà prodotto, e di quali effetti avrà la produzione necessaria a sfamare centinaia di milioni di europei sull’ambiente e sui rapporti tra il nord e il sud del mondo. Questioni complesse, dunque. E questa è un’altra delle ragioni della disinformazione in merito.

Considero perciò significative e degne di menzione quelle iniziative (spesso piccole ma ben organizzate) che portano all’attenzione dei cittadini europei riforme fondamentali come quella di cui stiamo parlando. E’ il caso della Good Food March organizzata da ARC2020 insieme a una rete di organizzazioni europee (tra cui Slow Food), che porterà le richieste della società civile direttamente nei corridoi del potere di Bruxelles. Giovani, anziani, contadini urbani o di campagna, attivisti o semplici simpatizzanti, nelle prossime settimane si mobiliteranno perché si alzi il livello di attenzione sul tema. Ci saranno eventi sparsi per tutto il continente (in Italia segnalo le iniziative di Napoli, per mano della locale rete giovane di Slow Food assieme a Coldiretti e AIAB e il sit in di Roma, per iniziativa del Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare) e una biciclettata porterà la marcia fino al Parlamento Europeo, dove il 19 settembre ci sarà una conferenza organizzata da Slow Food e ARC2020 proprio sul tema della riforma della PAC, a cui parteciperanno tra gli altri il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e il Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Dacian Cioloş.

È importante che su questo tema così delicato si lavori sui due fronti: quello istituzionale, perché chi è chiamato a decidere tenga conto delle richieste degli agricoltori e dei cittadini che vogliono un’agricoltura più verde, lontana dai criteri di quell’agro-industria che ragiona di carote e pomodori come se fossero bulloni o microchip; ma anche quello della comunicazione al pubblico, proprio perché questi temi siano sempre più condivisi e non rimangano materia esclusiva per ecologisti, contadini o gruppi di interesse.

Se la cosa vi sembra importante, se anche non ci avevate mai pensato prima ma avete comunque a cuore un’agricoltura che possa nutrirci senza avvelenare il pianeta e affamare una parte dei suoi abitanti (a partire proprio dai contadini), potete partecipare alla photo action indetta dagli organizzatori della Good Food March: mandate un vostro ritratto con in mano una semplice richiesta che volete far arrivare a Bruxelles a chi deciderà cosa troveremo in futuro nel nostro piatto.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Food security: materie prime e cambiamenti climatici

next
Articolo Successivo

Piromani: e se cambiasse la pena?

next