Ieri sera alle porte di Bologna, nella struttura residenziale Cooperativa Casa Dolce, un paziente di vent'anni ha avuto una crisi d'ira. Quattro infermieri l'hanno immobilizzato tentando di calmarlo, ma il ragazzo è deceduto. La dinamica dell'accaduto non è chiara. Si attende l'autopsia per capire le reali cause del decesso
Un ragazzo di vent’anni è morto ieri sera intorno alle dieci nella struttura residenziale per disabili Cooperativa Casa Dolce, a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Le cause della morte non sono ancora chiare. Il ragazzo, disabile psichico, avrebbe dato in escandescenza e quattro operatori sanitari avrebbero tentato di immobilizzarlo; ma dopo aver chiamato carabinieri e l’ambulanza il giovane è morto.
Per questo motivo la procura di Bologna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, iscrivendo sul registro degli indagati i quattro infermieri. Il ragazzo, residente a Castenaso (Bologna), aveva passato l’intera giornata insieme alla madre. La sera, tornato nella struttura a Casalecchio, avrebbe avuto una crisi. Gli operatori, infatti, dopo avergli detto di mettere via un videogame e andare a letto, hanno così visto il ragazzo scaldarsi e avere uno scoppio d’ira.
I quattro operatori hanno tentato di bloccarlo, ma il ragazzo non si è sentito bene. Il ventenne si trovava nella struttura già da due anni, e spesso aveva crisi simili. Di grossa corporatura, avrebbe scalciato tutto il tempo, rendendo impossibile alcune terapia calmante da parte dell’infermiera preposta a questi interventi durante le ore notturne. Ad immobilizzarlo poi sarebbero stati in tre, mentre il quarto operatore chiamava carabinieri e ambulanza.
Il pubblico ministero della procura di Bologna, Giampiero Nascimbeni, ora vuole vederci chiaro. I quattro operatori che hanno cercato di immobilizzare e calmare il giovane sono indagati per omicidio colposo e giovedì verrà effettuata l’autopsia, disposta questa mattina.
Ad occuparsene sarà lo stesso medico legale che ieri sera si è recato sul posto del decesso, non riscontrando segni evidenti sul corpo. Mentre per terra sono state trovate alcune macchie di sangue che il giovane avrebbe perso dal naso. “Dall’autopsia ci attendiamo risposte chiare per comprendere le cause della morte” ha dichiarato il procuratore aggiunto Valter Giovannini.
I quattro operatori sono già stati sentiti dagli inquirenti, ed hanno reso dichiarazioni coincidenti. Il giovane, cioè, rientrato da fuori avrebbe avuto uno scoppio d’ira. Intervenuti gli infermieri, lui reagiva scalciando e rendendo impossibile la somministrazione di gocce per calmarlo. La situazione stava degenerando e per questo sono state chiamate le forze dell’ordine e il 118. Il tutto è accaduto in un corridoio vicino alla stanza del ragazzo, nella quale viveva con un’altra persona.