Beppe Grillo non ritorna sulla polemica innescata da Pierluigi Bersani, che lo aveva accusato di usare toni fascisti, ma continua ad attaccare la politica italiana. Nel mirino oggi finiscono i senatori a vita, e di riflesso lo stesso Napolitano. Come al solito, lo fa senza usare mezzi termini e chiede l’abolizione sulla carta con un referendum online. “I senatori a vita non muoiono mai, o almeno muoiono molto più tardi”, osserva infatti il leader del Movimento 5 Stelle ricordando che “in Senato pochi voti possono determinare l’esito di un voto di fiducia o l’approvazione di una legge non costituzionale. E’ già successo. I senatori a vita possono risultare decisivi. E’ già successo”.
Il comico genovese, inoltre, non ha dubbi: “la composizione del Parlamento, in teoria, dovrebbe essere decisa solo dal popolo sovrano”. I senatori a vita, però, sono nominati dal Capo dello Stato e per questo “l’istituto delle nomina del senatore a vita sfugge a qualunque controllo democratico”. Si tratta, prosegue il comico sul blog, di “una promozione di carattere feudale, baronale, come ai tempi dei valvassini e dei valvassori. Per diritto divino. Il Presidente in carica può influenzare senza rendere conto a nessuno la legislatura successiva alla sua presidenza nominando chi gli aggrada”. E Grillo annota che “Napolitano può nominare nuovi senatori a vita. Altri quattro per la precisione, oggi sono cinque. Il numero massimo di cinque senatori a vita presenti in Senato oppure cinque nominati da ogni presidente della Repubblica è controverso. Dal dopoguerra ognuno ha fatto un po’ come gli pareva”.
Grillo legge a modo suo la composizione attuale della ‘squadra’ di senatori a vita in carica: “Dopo la nomina di Rigor Montis per meriti sconosciuti e immunità parlamentare acquisita, sono in pole position secondo indiscrezioni, Eugenio Scalfari (quello delle trattative), Boss(ol)i (quello che il Tricolore ‘ci si puliva il culo’), Gianni Letta (il badante ventennale del piduista, tessera 1816, Berlusconi), Emanuele Macaluso (quello della corrente ‘migliorista’ di Napolitano) e Margherita Hack (l’unica degna di menzione)”. Invece “i cinque senatori a vita attuali, a parte Rigor Montis, sono il prescritto Andreotti (93 anni), Emilio Colombo (92 anni), Carlo Azeglio Ciampi (in qualità di ex presidente della Repubblica, 92 anni), Rita Levi Montalcini (103 anni). Nella prossima legislatura saranno raggiunti da Napolitano che in confronto a loro – incalza – è un giovanotto (87 anni). Nella rosa dei nuovi senatori a vita i due più accreditati sono Macaluso e Scalfari, entrambi ottantottenni”.
Infine, secondo Grillo “il senatore a vita è tale per aver ‘illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario’. E’ il ritratto di Andreotti! Se si vuole onorare chi ha ‘illustrato la Patria’ si possono assegnare onorificenze, anche altissime, ma la vita democratica della Nazione deve essere decisa unicamente dagli elettori con il loro voto che vale uno esattamente come quello di Napolitano o di ogni altro presidente della Repubblica che lo ha preceduto”. E ricorda: “Cossiga – aggiunge in una nota – offrì la nomina a senatore a vita a Montanelli che rifiutò a garanzia della sua indipendenza. Disse ‘non e’ stato un gesto di esibizionismo, ma un modo concreto per dire quello che penso: il giornalista deve tenere il potere a una distanza di sicurezza’”.