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Paralimpiadi 2012, doping ed arresti per molestie sessuali agitano la vigilia

Non ci saranno Il ciclista italiano Fabrizio Macchi e i corridori Elena Christilina (Russia) e Luis Goncalves (Portogallo), tutti esclusi per aver assunto sostanze illecite o per aver frequentato persone indagate. E tre atleti giordani sono stati arrestati per avances ai danni di minori

Dopo le Olimpiadi arrivano le Paralimpiadi, i Giochi dei “superuomini” (da Pistorius in giù). Uno spettacolo che gli organizzatori promettono essere all’altezza di quello ammirato qualche settimana fa, e per cui già si registra il tutto esaurito ai botteghini. Ma nonostante queste premesse, le prossime Paralimpiadi di Londra non sembrano partire con il piede giusto. E la colpa è proprio degli atleti, protagonisti di una vigilia tutt’altro che positiva.

Ci sono già i primi casi di doping di quest’edizione. Ci riguarda molto da vicino quello del nostro Fabrizio Macchi, ciclista pluricampione mondiale e bronzo paralimpico ad Atene 2004: nel giorno in cui Lance Armstrong ha annunciato di voler rinunciare a difendersi dalle accuse di doping mossegli dall’Usada, Macchi viene deferito dalla Procura antidoping del Coni per delle presunte frequentazioni con un “soggetto inibito nel periodo 2007-2010″. E’ ipotizzabile che si tratti del medico Michele Ferrari, il cosiddetto “dottor doping” che è al centro dell’inchiesta che riguarda lo stesso Armstrong (nonché il marciatore Alex Schwazer, escluso per una positività nel corso delle ultime Olimpiadi). Macchi nega ogni addebito, ma intanto salterà i Giochi che cominceranno la settimana prossima.

Non ci saranno neppure la russa Elena Christilina e il portoghese Luis Goncalves, entrambi corridori e squalificati per due anni. Mentre dovrebbe essere della partita un’altra ciclista, la statunitense Monica Bascio, squalificata la scorsa settimana per tre mesi per aver utilizzato uno spray contenente tuaminoeptano. Un caso più controverso, perché si tratta di un banale vasocostrittore, però stimolante delle prestazioni e per questo incluso nella lista delle sostanze vietate dalla Usada (l’Agenzia Antidoping statunitense). La squalifica è comunque retroattiva, e siccome il controllo fallito risale allo scorso 26 maggio, la ciclista del Colorado dovrebbe essere regolarmente al via il prossimo 29 agosto.

Ma a scuotere Londra e tutto il Regno Unito è soprattutto l’espulsione di tre membri della squadra della Giordania: qui non si tratta di “semplice” doping, ma di un ben più pesante caso di molestie sessuali a danno di minori. I pesisti su sedia a rotelle Motaz Al-Junadi (45 anni) e Omar Sami Qaradhi (31 anni) e il loro allenatore Faisal Hammash (35 anni) sono stati fermati lunedì scorso con l’accusa di reati sessuali di vario genere. L’arresto è scattato in seguito alla denuncia di due ragazzine di 14 e 16 anni di Antrim, un paesino di circa 20mila abitanti alle porte di Belfast, in Nord Irlanda, dove è in corso il ritiro della nazionale paralimpica della Giordania.

La posizione più grave è quella di Qaradhi, su cui pende un’imputazione multipla per tre molestie sessuali (di cui due ai danni di minori), e per voyeurismo, per essere entrato nello spogliatoio femminile del centro di allenamento. Il suo compagno, Motaz Al-Junadi (che tra l’altro alle scorse Paralimpiadi di Pechino aveva vinto la medaglia di bronzo nella categoria 75 chilogrammi) è pure accusato di molestie; mentre il loro allenatore, Hammash, avrebbe incitato due ragazze minorenni ad avere un rapporto sessuale.

Il caso ha ovviamente imbarazzato il Comitato Olimpico e la Federazione giordana. Con un comunicato ufficiale il presidente ha espresso tutto il rincrescimento per l’accaduto: “La Federazione della Giordania – si legge nella nota – condanna ogni tipo di molestia ed abuso, e si augura che la Corte possa risolvere al più presto e nella maniera più corretta il caso”. A stretto giro di posta, è arrivata la comunicazione del Locog (il Comitato organizzatore) dell’esclusione dei tre atleti. Una decisione presa dalla stessa Federazione giordana, che ha spiegato come “anche in attesa del giudizio sarebbe stato totalmente inopportuno che gli atleti accusati potessero prendere parte alle Paralimpiadi”. Liberati su cauzione (di oltre 5mila sterline a testa), i tre sono già rientrati in Giordania. Me nel Regno Unito dovranno tornarci, molto presto: e non per partecipare ai Giochi Paralimpici, com’era in programma, ma per difendersi dalla pesante accusa di molestie sessuali. Il processo si terrà presso il tribunale di Belfast a partire dal 18 ottobre.