Siamo solo alle prime giornate di League 1, Premier League e Liga, ma i club più spendaccioni d'Europa (a cui va aggiunto il Chelsea) sono partiti col piede sbagliato. Ma se Ferguson e Mourinho non rischiano nulla, per Carlo Ancelotti il rischio è di essere licenziato
Anche i ricchi piangono. Perlomeno nel calcio d’agosto. Analizzando infatti acquisti e cessioni del calciomercato europeo, e confrontandoli con le partenze dei vari campionati continentali, emerge netta la sensazione che, mai come quest’anno, chi più ha speso peggio è partito. E’ vero, siamo solo alle prime giornate, ma già alcune considerazioni sono possibili. Fatte salve Italia e Germania dove si è giocato un solo turno – e difatti non sono prese in esame – in Francia siamo già alla terza giornata e in Spagna e in Inghilterra alla seconda. Pertanto queste prime impressioni d’agosto assumono, seppur relativamente, un certo valore. A cominciare dalla Ligue 1, dove è clamoroso il caso del Paris Saint-Germain (PSG) arrogante razziatore di talenti, o presunti tali, nel calciomercato estivo e penosamente undicesimo in classifica dopo 3 pareggi nelle prime 3 partite.
La squadra di Carlo Ancelotti, bersaglio preferito della stampa transalpina, dopo avere speso in estate la bellezza di 147 milioni già concede 6 punti in classifica al Marsiglia low cost di Elie Baup. E l’ennesimo mercato al rialzo della famiglia reale del Qatar, che da maggio 2011 controlla il PSG, rischia di tramutarsi nell’ennesimo flop. Il centinaio di milioni spesi lo scorso anno (52 solo per l’argentino Pastore) non è servito nemmeno a raggiungere lo scudetto: perso all’ultima giornata contro il modesto Montpellier. Quest’anno, nonostante gli arrivi del brasiliano Lucas (43 milioni), dei milanisti Thiago Silva (42) e Ibrahimovic (21), della promessa Verratti (10) e del talentuoso Lavezzi (30), la situazione pare addirittura involuta. E domenica prossima, con la difficile trasferta a Lille, potrebbe precipitare.
Simile la situazione in Premier League. E’ vero che il Chelsea, la squadra che ha speso di più (97,7 milioni, di cui 40 per il gioiellino Hazard e 32 per Oscar) è partito a razzo con 9 punti in 3 partite, avendone giocata una in più. Ma è anche vero che lo scorso anno ha finito il campionato a -25 dal Manchester City, e che la vittoria in Champions è stata più un piccolo miracolo di Di Matteo che una prova di forza. Il Chelsea ha quindi speso per necessità, più che per ostentare ricchezza, lasciandosi alle spalle la Manchester spendacciona del City (22 milioni per Rodwell e Sinclair, cui dovrebbero aggiungersi i 12 per Nastasic) e soprattutto dello United, che quest’estate ha speso 59,2 milioni (di cui 30,7 per Van Persie e 16 per Kagawa) per 3 punti in 2 partite. E’ partito male anche l’Arsenal che però, a fronte dei 43 milioni spesi (Cazorla, Podolski e Giroud) ne ha incassati 54 (Van Persie e Song) chiudendo in attivo.
Simile la situazione in Spagna dove il Valencia, nonostante sia sommerso dai debiti, ha deciso di reinvestire i 23 milioni incassati dalle cessioni (Jordi Alba e Topal) negli acquisti (Cissokho e Pereira), senza però andare oltre 2 pareggi nelle prime 2 giornate. La prova che l’importante non è quanto si spende ma come, la sta offrendo il Barcellona. I soliti due acquisti mirati (33 milioni: 19 per Song e 14 per Jordi Alba) e già 5 punti di vantaggio sul Real Madrid, che in estate è rimasto immobile sul mercato e solo ieri ha preso il talentuoso, e assai costoso (41,5 milioni, terzo giocatore più pagato in Europa dopo i parigini Lucas e Thiago Silva) Modric, a lungo inseguito. Chissà se sarà sufficiente per lanciarsi all’inseguimento del Barça. Dato che, almeno nel calcio d’agosto, i soldi non sembrano assicurare non tanto la felicità, quanto almeno una buona classifica.