Il governatore della Lombardia azzera i costi dei farmaci e concede agevolazioni nel settore sanitario in 41 comuni del mantovano facendoli definire "zona terremotata" quando non lo è. "Un errore, ma i pazienti migravano tutti nella provincia di Modena. Non è propaganda elettorale"
Può succedere anche questo: essere aiutati senza avere alle spalle nessuna necessità. Vivere in un paese definito terremotato senza che il terremoto abbia lasciato alcun segno. Così, decine di migliaia di persone in 41 comuni del mantovano, si sono trovati a essere catalogati – delibera regionale del 3 agosto – vittime da un giorno all’altro, senza più l’obbligo di pagare il ticket né sui farmaci né sulle visite specialistiche e gli esami. 41 comuni, incluso Mantova, che costano alla Regione Lombardia qualcosa come 750 mila euro al mese. Uno sproposito. E che rischia – in tempi di crisi – di azzerare tutte le altre voci e i finanziamenti. Tutto per mantenere un’area definita terremotata e dalla quale il terremoto non è passato.
Succede anche questo nella Lombardia “celeste” del presidente Roberto Formigoni. Non importa se un suo stesso assessore, Caro Maccari, Pdl anche lui, delega alla semplificazione e alla digitalizzazione, ma soprattutto vice commissario per l’emergenza del terremoto, l’ha definita senza mezzi termini una follia, sia dal punto di vista procedurale che da quello economico. Anche e soprattutto perchè, almeno per adesso, scarseggiano i fondi per la ricostruzione. Ci sono intere aree che devono essere bonificate, i sindaci che hanno ricevuto da Roma montagne di carta da firmare, ma di soldi per ora niente, né in Emilia Romagna né in Lombardia né in Veneto.
Ricordate l’accise sulla benzina? Fino a oggi ha prodotto zero euro. Il governo deve ancora fare verifiche. Ma soprattutto non si aspettava che l’introito, quantificato in 500 milioni di euro, scendesse a 420 proprio a causa degli aumenti. L’impegno, finite le vacanze, è quello di rivedere il provvedimento e tornare ad assistere i 14 Comuni che in realtà sono riconosciuti dalla Protezione civile come quelli colpiti dall’emergenza. “Stiamo pensando seriamente di tornare indietro”, spiega Maccari.
“Anche perché – aggiunge – l’emergenza è estesa non solo per i ticket, ma per tutte le altre questioni decise per decreto . Virtualmente a Mantova, a oggi, è impossibile eseguire uno sfratto. Mantova come Mirandola, senza aver subito i danni che in effetti ci sono stati a Mirandola. Però non dite che è stata propaganda: l’errore c’è stato, ma lo abbiamo fatto perché c’era una migrazione di pazienti dalla Lombardia all’Emilia. L’ospedale di Suzzara, in soldoni, ha perso 90.000 euro perchè i pazienti andavano a curarsi in ospedali dove era riconosciuta l’esenzione. Dovevamo porre un freno”.
Intanto, tra le tante persone che rifiutano a priori la definizione di terremotati e si lamentano con lettere ai giornali, c’è chi ne approfitta per fare scorte di farmaci, e basta bussare a un ambulatorio convenzionato con la Asl per capire quanto siano aumentati i potenziali malati: soltanto a luglio , in tutte le strutture che fanno capo all’azienda ospedaliera si sono avuti ottomila accessi con il codice E 99 (esenzione per terremoto). Cioè ottomila persone hanno chiesto di fare uno o più esami, una o più visite specialistiche. A giugno erano stati 3.600.
I detrattori la spiegazione l’hanno già data: siamo in campagna elettorale, Formigoni non vuole lasciare da perdente, sommerso dalle grane giudiziarie e abbandonato da quello che fu il suo popolo più importante, quello di Comunione e liberazione, che dopo l’uso improprio per difendersi dai magistrati attraverso il Meeting, l’ha già rimandato al giudizio divino.
Formigoni, ma non solo. Anche perché dopo il terremoto la Lombardia e l’Emilia Romagna hanno iniziato una strana gara a chi concede meglio e ancora di più ai colpiti dall’emergenza. Un provvedimento fatto dalla giunta regionale a Bologna era replicato, il giorno successivo, nelle stanze del grattacielo di Milano. A giugno Errani stanzia 43 milioni? Il giorno successivo Formigoni replica con 63. Questo è accaduto.
E per mesi è andata avanti in questo modo, fino all’esenzione dal ticket. Errani decide di allargare l’area dell’emergenza, Formigoni fa di più e individua 41 comuni, tra lo stupore e la meraviglia dei potenziali pazienti stessi che da un giorno all’altro hanno scoperto di avere lo status di terremotati. E che, nonostante la presenza dei furbetti, non la vogliono. Perchè sanno che questo comporterà, domani, un’ulteriore tassazione.