Buon Compleanno, signor Panci. Scusi il ritardo di 24 ore con cui gli arrivano i nostri auguri, ma come lei aspettavamo che ieri il sindaco Alemanno rispondesse al suo ultimo appello facendole il “dono simbolico” che gli aveva chiesto. Quello di restituirgli i diritti civili e costituzionali riconoscendole la cittadinanza romana per continuare a vivere in quell’alloggio che gli è stato legittimamente assegnato nel 2004. E che oggi lo accusano di occupare abusivamente, dopo che i vigili dell’XI Municipio hanno arbitrariamente cancellato il suo nome dall’Anagrafe di Roma. Ma gli auguri del sindaco non sono arrivati.
Molti lettori del nostro blog conoscono ormai la storia di Antonio Panci, l’ex funzionario della Regione Lazio incaricato di controllare l’applicazione delle norme nella manutenzione e ristrutturazione degli stabili del centro storico che appartengono al Comune di Roma. Incarico che continua a svolgere, anche dopo essere andato in pensione come consulente volontario, senza altro compenso se non la soddisfazione di contribuire al rispetto della legalità e alla difesa dell’ambiente. Panci ha la colpa di aver denunciato abusi edilizi in alloggi passati dai vecchi inquilini a nuovi potenti assegnatari, mettendo in gioco il “sistema” che vede coinvolti i vigili di Roma indagati per abusi e mazzette e che è già costato all’ex comandante della polizia municipale Angelo Giuliani il rinnovo dell’incarico.
Dietro la piccola storia del ragionier Panci c’è una grande storia di illegalità che deturpa la vita pubblica della capitale e che ha trasformato un onesto funzionario, ormai anziano e malato, in un pericoloso nemico da abbattere. Minacce e aggressioni regolarmente denunciate, fino alla cancellazione dall’Anagrafe per impedirgli di acquistare la casa messa in vendita dal Comune e per la quale aveva versato anche un anticipo. Il I° agosto il Dipartimento che si occupa della cessione degli alloggi pubblici ha disdetto il contratto e lo ha invitato Panci a lasciare l’abitazione perché non residente a Roma, lui ha cominciato a digiunare e non ha ancora smesso. Anche se per timore di finire in ospedale e lasciare incustodita la casa da qualche giorno ha ripreso ad assumere sostanze liquide.
La nostra denuncia ha spezzato il silenzio. Grazie al presidente dell’XI Municipio Andrea Catarci e del consigliere alle politiche sociali, Panci ha riottenuto l’iscrizione all’Anagrefe che certifica la sua residenza a Roma proprio nell’alloggio contestato. Ma non basta, occorre che sia cancellata l’ordinanza dei vigili che attesta la sua fantomatica “emigrazione” o almeno revocata la delibera che gli impedisce l’acquisto della casa. Domenica qualcuno ha tentato di scardinare la finestra della cucina per occupare l’alloggio, ma grazie alla mobilitazione di tanti lettori non ci sono state soltanto queste visite sgradite. Sono andati a trovarlo vecchi colleghi della Regione Lazio, giornalisti, esponenti del Movimento 5 stelle che ha poi inviato il dottor Vittorio De Luca che ha accertato la gravità delle sue condizioni di salute ingiungendogli l’immediata sospensione dello sciopero della fame. Angelo Buttarelli, il nuovo comandante dei vigili di Roma, ha già risposto all’appello di Panci, ma soltanto per dire che non è nei suoi poteri alcuna iniziativa. Anche il sindaco di Roma, non può intervenire? Siamo in attesa di una risposta.