“C’è l’impegno di un ottantenne che vuole dimostrare tutta la sua giovinezza, fiducia nel cinema come arte, fiducia nel cinema come industria”. Il presidente Baratta apre la 69esima edizione, ovvero, celebra l’ottantesimo compleanno della Mostra di Venezia. “Non vedo l’ora di vedere i diciotto film in concorso, dopo tutto siamo anche un pubblico”, premette il sommo Michael Mann, presidente della giuria ufficiale.

Non il Concorso, ma la Mostra è già iniziata: apertura con Il fondamentalista riluttante di Mira Nair, dal bestseller omonimo di Mohsin Hamid e a inizio 2013 nelle nostre sale. A grandi linee, un thriller politico-sentimentale, appoggiato sulle spalle dell’ottimo Ahmed Riz, rapper e attore anglo-pachistano: giovane e brillante, il suo Changez brilla a Princeton, poi splende a Wall Street, infine, si innamora della bella e facoltosa Erica (Kate Hudson). Davvero un sogno, finché gli aerei che entrano nelle Torri Gemelle non lo trasformano in incubo: da che parte sto? E’ la sopraggiunta fobia anti-islamica a scegliere per lui: Changez è costretto a ritornare in Pakistan, dove abbraccia la carriera universitaria e – parrebbe – simpatizza con i fondamentalisti. Un professore americano viene rapito, forse Changez ne sa qualcosa… Leone d’Oro morettiano nel 2001 con Monsoon Wedding, la regista non ha fretta, dipana i rovelli di Changez con calma e ampiezza, affidandone il decisivo controcanto sentimentale a Erica, vera cartina di tornasole emotiva e emozionale del film, ma il titolo è sibillino: la solita Nair, a metà strada tra autorialità e consumo, e molto laccata. Prendere o lasciarla…

Meglio, decisamente meglio, Enzo Avitabile Music Life, il doc sul poliedrico musicista napoletano firmato Jonathan Demme. Guidava sul George Washington Bridge a NY, e dalla radio veniva una canzone: Salvamm ‘o munno. E… “la mia vita è cambiata”, ricorda il regista de Il silenzio degli innocenti, che qui scompare dalla scena in favore del suo protagonista: parola alla world music, ai duetti e alle jam session di Avitabile con iracheni, pachistani, sardi e il maestro Bruno Canino. Purtroppo non in lizza per il Leone d’Oro, “è il risultato di una settimana incredibile trascorsa con questo eccezionale uomo di musica, un viaggio attraverso Napoli e uno speciale ritorno al suo magico luogo di nascita, Marianella, perché senza Marianella non ci sarebbe Avitabile”. In attesa di The Master di Paul Thomas Anderson e – speriamo – compagnia bella, Venezia ha già un (quasi) capolavoro.

Ma non è tutto qui, non c’è solo il cinema, ma la protesta co-firmata dalle maestranze di Cinecittà e dal Teatro Valle, all’insegna di una neve d’agosto in passerella. Il responsabile? La macchina usata su tanti set per creare neve artificiale, e qui per rendere visibile a tutti uno dei tanti lavori del cinema.

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