Parlano di meritocrazia e talento, di una generazione perduta a cui non mancano “né energie né competenze”. Mario Monti e la sua squadra di governo tecnica, però, sono ancora lontani dalla svolta che auspicano per cambiare rotta al Paese. L’obiettivo per ora rimane solo sulla carta e nei discorsi. A cominciare dalle figure scelte nei posti di comando. Il prossimo banco di prova riguarderà il presidente per l’Agenzia digitale, l’authority che vigilerà sull’applicazione del pacchetto innovazione contenuto nel decreto Sviluppo e sull’agenda digitale. Il risultato sarà lo stesso a cui abbiamo assistito per Privacy e Agcom: saranno nomine politiche, nessuna commissione ad hoc valuterà le competenze e metterà a confronto i candidati. La selezione avverrà dall’alto anche questa volta. Pure per quell’ente fortemente voluto dallo stesso ministro Passera che si occuperà di rete e banda larga e che dovrebbe essere il volano per il progresso. E, magari, anche per la trasparenza nelle istituzioni. Al contrario, secondo le ultime indiscrezioni, ci sarà un bando per la scelta del nuovo presidente, ma sarà ‘di facciata’ perché i curricula li vedranno solo il Presidente del Consiglio e l’ex ad di Intesa Sanpaolo. Che decideranno chi sarà al vertice dell’ente.
“La nomina, ‘previa avviso pubblico’, era stata annunciata per il 26 luglio, poi è stata posticipata al 27 agosto. Il risultato? L’avviso non è ancora uscito”, spiega Guido Scorza, avvocato e Presidente dell’Istituto per le politiche dell’innovazione. “Il meccanismo non è quello del bando, perché i ministri Passera, Profumo, Grilli e il premier decideranno di concerto tra loro. Che dicano ‘stiamo procedendo alla selezione del direttore’ è uno specchietto per le allodole, visto che finora non è accaduto nulla. E’ paradossale che un ente per l’innovazione nasca con criteri così opachi, lontani dalla trasparenti”. In più tra i candidati c’è anche Roberto Sambuco, “ex braccio destro di Romani che preferiva lo sviluppo della televisione a quello della Rete” e che ricordiamo avere scritto le regole del beauty contest che favorivano Mediaset.
“La procedura anche per la nomina di questa authority, però, non sorprende”, osserva Cristoforo Morandini di Between-Osservatorio Banda Larga. “Dalla Rai ad Agcom non c’è mai stato un bando pubblico, mi stupirebbe il contrario e creerebbe un precedente rilevante – prosegue – Certo, qui l’aspettativa è maggiore perché il tema interessa il grande pubblico e se c’è un organo con cui iniziare a dare segno di discontinuità è proprio l’ente per l’innovazione. Ma non è così”. In ogni caso, secondo Morandini, il presidente dovrebbe avere “competenze manageriali e conoscere l’industria del digitale”. Da scongiurare la presenza di “un accademico o un burocrate senza conoscenze del comparto industriale anche se temo che uscirà un nome estratto tra i dirigenti della pubblica amministrazione”. In caso contrario “Alfonso Fuggetta del Politecnico di Milano mi sembra un buon candidato visto che ha competenze articolate sul settore”. Fuggetta è infatti uno dei candidati insieme a Mario Calderini, consigliere per gli affari digitali chiamato da Profumo, Salvo Mizzi, esperto innovazione per Telecom Italia, il fondatore di Dada Paolo Barberis e Stefano Parisi presidente di Confindustria digitale.
L’Agenzia digitale, istituita con “il decreto Legge ‘Crescitalia’ prevedeva che entro trenta giorni dal 26 giugno, ovvero dalla sua entrata in vigore, il Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto insieme a Passera, Profumo e Grilli avrebbe dovuto pubblicare il bando e procedere alla nomina del direttore, scelto “tra persone di particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica e in possesso di una documentata esperienza di elevato livello nella gestione di processi di innovazione”’. Eppure per ora è calma piatta. Pochi giorni fa, indiscrezioni di stampa avevano parlato della nomina fissata per il 7 settembre e il pacchetto innovazione era atteso per domani in Consiglio dei Ministri. Che a sua volta è stato rimandato a mercoledì 5 settembre. Dal Ministero dello Sviluppo puntualizzano al fattoquotidiano.it: “Il provvedimento non andrà in cdm venerdì prossimo, ma comunque entro settembre. Le norme sono ancora in corso di finalizzazione, sentiamoci nelle prossime settimane”. Siamo già oltre i termini annunciati. E chiedere informazione via mail alla cabina di regia dell’Agenda digitale, preposta al coordinamento dei lavori, è inutile. L’account non funziona e la risposta automatica è “delivery status notification”.