La sfiducia dei risparmiatori e degli investitori che indebolisce pericolosamente il già traballante sistema creditizio iberico, è in crescita tendenziale come dimostrano i dati della banca centrale del Paese e quelli della Bce. Madrid vara la riforma del sistema creditizio, bad bank entro entro fine anno
Il segretario di Stato spagnolo all’Economia e sostegno all’impresa Fernando Jimenez Latorre ha poco da sminuire, la fuga dei capitali da Madrid è un dato di fatto. Che per il primo semestre dell’anno, secondo i dati diffusi oggi dalla Banca di Spagna, ammonta a 219,817 miliardi di euro, dei quali 56,631 nel solo mese di giugno. Tutto denaro che corrisponde a prestiti, depositi e investitori nazionali ed internazionali.
Nello stesso periodo del 2011 il saldo della bilancia finanziaria era positivo e registrava entrate nette di capitali per 22,457 miliardi di euro. La fuga di capitali a giugno, 56,631 miliardi, è stata superiore del 36,8% a quella registrata a maggio, quando sono stati trasferiti all’estero 41,294 miliardi; nel maggio del 2011 si registravano ingressi netti di 7,017 miliardi di euro. Nel semestre le uscite nette di capitali – esclusa la Banca di Spagna – si sono registrate soprattutto nel capitolo di altri investimenti, depositi, prestiti, che hanno superato ampiamente le entrate nette prodotte da investimenti diretti e derivati finanziari.
Non solo, secondo dati la Bce diffusi martedì 28, i risparmi di famiglie e imprese depositati nelle banche del Paese a luglio sono scesi del 4,6 per cento, che equivale a un ritiro di 74,228 miliardi di euro, la maggiore uscita di depositi privati dal settembre 1997. La tendenza, quindi, è in decisa salita, nonostante le rassicurazioni di Latorre che in occasione dell’uscita dei dati dell’Eurotower aveva detto che Governo non ha registrato un “ritiro significativo”. Eppure sommando le due fonti, il totale nei primi sette mesi dell’anno è di 294,045 miliardi di euro in meno nelle disastrate banche spagnole. Le stesse che nei mesi scorsi hanno chiesto aiuti comunitari per 100 miliardi di euro.
Su questo fronte il governo spagnolo stamattina ha approvato il pacchetto di riforme del sistema bancario. Il pacchetto include una bad bank cui far confluire asset problematici, e uno schema di gestione dei fallimenti bancari. La bad bank, che entrerà in funzione tra novembre e dicembre, resterà in vigore per 10-15 anni e punterà ad attirare gli asset tossici immobiliari e ad attrarre investitori privati, secondo quanto ha affermato il ministro dell’Economia Luis De Guindos. “Il Frob viene autorizzato affinchè sia costituita la società di gestione degli attivi prima della fine di novembre”, ha spiegato il ministro, sottolineando come il fatto che la società di gestione non dovrà generare perdite sia “importante per minimizzare l’impatto sui contribuenti”.
Con la riforma finanziaria approvata oggi dal governo spagnolo potranno essere liquidate le banche che non restituiranno in un tempo ragionevole gli aiuti pubblici ricevuti. “In ultima istanza si prevede una risoluzione ordinata per gli enti che non potranno restituire da soli gli aiuti in un tempo ragionevole”, ha detto De Guindos. La risoluzione ordinata prevede la vendita dell’ente finanziario, il trasferimento di attivi e passivi a una banca ponte per la successiva vendita o la trasmissioni di attivi e passivi alla società di gestione di attivi tossici, la bad bank, appunto.
Si tratta della quinta riforma finanziaria in tre anni, la terza in appena sei mesi, che raccoglie le condizioni imposte dalla Commissione Europea per gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per il risanamento del sistema finanziario iberico.