S'infiamma lo scontro nel consiglio comunale di Riccione riguardo la storica discoteca della Riviera. L'Udc: "Conosciamo il tipo di clientela e i problemi che provocano alla popolazione, ma chi si ci metta anche in affari con loro per manifestazioni pubbliche è il colmo"
Cocoricò e comune di Riccione, un legame che comincia a creare problemi. La collaborazione tra la storica discoteca della riviera romagnola e l’amministrazione comunale continua a destare polemiche, in seguito ai problemi di ordine pubblico che riguardano il locale. Tanti gli impegni targati Cocoricò: dall’organizzazione della Festa per i 90 anni di Riccione Comune Autonomo nel Castello degli Agolanti, fino alla probabile sponsorizzazione del settore giovanile del Riccione calcio. Con una nota negativa: la diffida del locale da parte delle forze dell’ordine in seguito a due episodi di overdose nei giorni scorsi. E se il comune si giustifica puntando sulla necessità di avere sponsorizzazioni private per riuscire a organizzare eventi di valore anche in periodo di crisi economica, tanti i rappresentanti politici che puntano il dito contro la cattiva immagine della discoteca.
“Conosciamo il Cocoricò, – dice Gabriele Galassi, consigliere dell’Udc, – e conosciamo la sua clientela che sta creando non pochi problemi alla popolazione del luogo. Il problema sorge quando chi deve verificare il corretto comportamento della discoteca, il comune, si mette in affari con quest’ultima. È un legame pericoloso e se i soldi servono si possono benissimo trovare altrove”. A rispondere è Guglielmo Serafini, consigliere Pd: “Dobbiamo distinguere le due cose: da una parte la sponsorizzazione di eventi che altrimenti non potremmo mai finanziare e dall’altra la sicurezza. Non credo la relazione vada interrotta, ma semplicemente gestita in modo più attento. Diamo il giusto peso alla situazione, il rischio è quello di estremizzare”.
E in un momento storico in cui le discoteche della riviera romagnola chiudono o sono in grave perdita, il Cocoricò riesce ancora a fare feste in cui arrivano dalle 10 000 alle 12 000 persone da tutta Italia, con i conseguenti problemi di gestione. Ad essere in discussione è proprio la sicurezza: “Non c’è nessuna relazione specifica tra noi e il Cocoricò – dice il vice sindaco Lanfranco Francolini riprendendo la nota ufficiale del Comune di Riccione, – collaboriamo con loro come con tante altre aziende e quello non si discute. Certo però siamo in prima linea a cercare di migliorare la sicurezza e il controllo nella zona delle feste della discoteca. Come ha detto il sindaco, queste collaborazioni devono garantire sempre la massima sicurezza e serenità per turisti e residenti. Su questo l’amministrazione non intende transigere, anche a costo di interrompere le collaborazioni stesse”.
Parole ancora più pesanti se lette alla luce della diffida arrivata ieri pomeriggio nei confronti del locale Cocoricò da parte del Comandante Provinciale dei Carabinieri Luigi Grasso e dal questore di Rimini, Oreste Capocasa. Tanti i provvedimenti da adottare al più presto: più illuminazione e più operatori per garantire la sicurezza, installazione di telecamere e maggiori controlli nei bagni. Se niente di tutto questo verrà messo in opera, il locale sarà costretto a chiudere creando ancora più imbarazzo per la collaborazione “istituzionale” con il Comune di Riccione.
Il “Cocoricò” di Riccione è una delle mete più ambite per un turista che, arrivato in riviera romagnola, desidera passare una notte brava al limite del divertimento. Ma se deejay e feste all’ultimo grido caratterizzano la movida della discoteca di Riccione, non mancano le storie di droga e spaccio che da sempre sono il lato scomodo del Cocoricò. L’ultimo episodio tre giorni fa, quando due turisti, una ragazza di Mantova e un ragazzo di Pesaro, sono stati ricoverati a causa di un’overdose da metanfetamine. E non è la prima volta che storie di droga rischiano di far chiudere i battenti a una delle discoteche più in voga della zona: era il 27 novembre 2011 e un ragazzo di Cattolica era finito in coma per una overdose da Mdma, poi costretto ad un trapianto di fegato. Storie pesanti che in zona Cocoricò sono spesso di ordinaria amministrazione, anche se i Carabinieri di Riccione ricordano che gli episodi riguardano molti dei locali della riviera: 85 le persone arrestate per spaccio dall’inizio dell’anno, 7 i chili di droga sequestrati e 200 le persone segnalate alla prefettura.
Ma se questa è la parte dolorosa della storia della discoteca locale, l’altro lato della medaglia vede un grande impegno nel marketing, successo e capacità di attirare i turisti. Ed è così che il Comune di Riccione ha deciso di ingaggiare la discoteca Cocoricò: nell’occhio del ciclone Riccione90, il Gran Galà per i 90 anni di Riccione comune autonomo, organizzato presso il Castello degli Agolanti proprio dagli imprenditori del Cocoricò Network. Una festa che ha avuto luogo il primo weekend di agosto e che vedrà una replica i primi di settembre. Ma la collaborazione non riguarda solo l’organizzazione di eventi e vede per il prossimo anno una probabile sponsorizzazione della discoteca del settore giovanile della squadra di calcio locale. Piccoli tasselli che, se uniti ai problemi di ordine pubblico degli ultimi tempi, non fanno che aumentare le polemiche.