“Non rincorrevo utopie, ma fuggivo dalle tasse e dallo stato che le imponeva”. Eccolo l’ingegner Giorgio Rosa, oggi 87enne, anticomunista, e antidemocristiano, con frequentazione in gioventù della Repubblica Sociale, evocato come eroe libertario da quello che fu un ragazzo comunista che amava la Fgci, Berlinguer e JFK.
Slancio utopico collettivista e fuga individualisa antisociale si confondono proprio grazie al nuovo romanzo dell’ex segretario del Pds-Pd, L’isola e le Rose, ambientato nel 1968 e ispirato, titolo, storia e isolotto con tutti i piloni, sull’esperienza utopica dell’Isola delle Rose, una piattaforma che proprio in quello storico anno l’ingegnere Rosa riuscì a costruire nel bel mezzo del mare Adriatico.
“E’ la ricostruzione di una vicenda come si fa con tutti i libri, dove in genere si prende uno spunto da una storia vera per raccontarne un’altra finta”, si è difeso, piccato, Veltroni, raggiunto alla Festa dell’Unità di Bologna dal fattoquotidiano.it. Perchè l’ex vicepresidente del consiglio sta facendo sold out ad ogni festa provinciale del Pd in cui va a presentare il romanzo utopico che alla base ritrova l’ingegnere che, perfino sul web, dà del “terrorista durante la guerra in Italia”, all’ex ministro degli interni Paolo Emilio Taviani, colui che, a sua detta, volle l’abbattimento della “creatura” eretta undici chilometri dalla costa riminese, fuori dalle acque territoriali italiane.
Il vitellone, l’avvocato, il figlio del proprietario del Grand Hotel di Rimini e l’ingegnere. Questi i protagonisti del romanzo veltroniano alla ricerca dell’isola che non c’è, “un luogo dove accogliere una comunità di artisti, poeti, musicisti, amanti della bellezza”, nella realtà rievocazione quanto meno dubbia di un episodio di ribellione sessantottina che doveva diventare una mini San Marino con casinò e boutique per gli acquisti duty free.
“L’isola venne costruita nel ’68? E’ stato un caso”, spiega il figlio dell’ingegner Rosa che risponde al posto del padre oramai non più in buone condizioni di salute, “altro che ribelle, questa è una parola che non ci piace, da terroristi delle brigate rosse. Mio padre cercava la libertà. E poi a mio avviso, il ’68 è la fine di un’epoca, non l’inizio di qualcosa di nuovo. So che Veltroni la pensa come me e mio padre”.
E se Veltroni presente alla festa Pd, a discettare di sogni politici impossibili da realizzare, ha confermato la condivisione, c’è invece un altro concetto di cui il leader del centrosinistra non ha voluto parlare. Sono le affermazioni di casa Rosa in merito ai partigiani e alla Resistenza italiana del ‘43-’45. “Altra roba vecchia di cui la gente non vuole più sentire parlare: ‘acqua passata non macina più’, ha sempre detto mio padre”, prosegue Rosa jr., “mio padre ha sempre detto che Paolo Emilio Taviani era un terrorista perché non ha mai apprezzato i partigiani e non era mai stato loro vicino”.
Giorgio Rosa nel ’43 aveva 18 anni e si racconta di una sua fugace militanza nella Rsi: “Ma mio padre era apolitico. Certo però che quando l’altra sera a Rimini Sergio Zavoli ha fatto riecheggiare i morti della Resistenza mentre si presentava il libro di Veltroni, con mio padre ci siamo detti ‘ma cosa stiamo a parlare della guerra, pensiamo alla guerra odierna, a come combattere la crisi economica’. Ripeto: questi sono argomenti vecchi, superati. Anche su questo Veltroni è d’accordo con mio padre”.
“Il papà non apprezzava nulla della vita dei partigiani per almeno due motivi”, continua Lorenzo, “durante la guerra erano poche decine poi appena finita, con la sconfitta terribile dell’Italia, sono diventati migliaia e si sono associati perché così ottenevano i versamenti Inps; secondo: compivano attentati contro i soldati tedeschi mettendo in pericolo la popolazione civile”.
Insomma tra Beatles, Fellini e sogni di cambiare il mondo descritti da Veltroni e simpatie “liberali, o giù di lì” dell’originario dottor Rosa, ce ne passa; anche se i personaggi sono di fantasia: “Comunque non è vero che nel romanzo mio padre non c’è, anzi. E’ proprio uno dei quattro personaggi, quello che pensa solo agli incassi, Veltroni me l’ha detto”.
“Sono personaggi inventati”, è la difesa di Veltroni. Certo che con tutti gli esempi possibili ed immaginabili di utopie libertarie proprio quello dell’evasore fiscale che fa dichiarazioni contro la Resistenza, risulta stridere con passato e presente veltroniano: “Il messaggio riguarda l’utopia non quella specifica utopia di Rosa. Ho incontrato l’ingegnere dal quale mi sono fatto raccontare la storia ma il tema del romanzo non è lui (il titolo del libro è L’isola e le rose e parla della vera Isola delle rose, n.d.r.). Ad ogni modo la realtà dà solo degli spunti: allora anche Fellini non doveva descrivere personaggi legati al fascismo?”
Emilia Romagna
Il libro utopico di Veltroni ispirato all’ex repubblichino che voleva evadere le tasse
L'ingegnere Giorgio Rosa che nel 1968 costruì L'isola delle Rose in mezzo all'Adriatico ha sempre dichiarato di non avere nulla a che fare coi movimenti di protesta di sinistra dell'epoca. Anzi per lui perfino i partigiani furono terroristi che si associarono in massa per avere i contributi Inps. Il figlio: "Discussioni superate. Veltroni è d'accordo con noi"
“Non rincorrevo utopie, ma fuggivo dalle tasse e dallo stato che le imponeva”. Eccolo l’ingegner Giorgio Rosa, oggi 87enne, anticomunista, e antidemocristiano, con frequentazione in gioventù della Repubblica Sociale, evocato come eroe libertario da quello che fu un ragazzo comunista che amava la Fgci, Berlinguer e JFK.
Slancio utopico collettivista e fuga individualisa antisociale si confondono proprio grazie al nuovo romanzo dell’ex segretario del Pds-Pd, L’isola e le Rose, ambientato nel 1968 e ispirato, titolo, storia e isolotto con tutti i piloni, sull’esperienza utopica dell’Isola delle Rose, una piattaforma che proprio in quello storico anno l’ingegnere Rosa riuscì a costruire nel bel mezzo del mare Adriatico.
“E’ la ricostruzione di una vicenda come si fa con tutti i libri, dove in genere si prende uno spunto da una storia vera per raccontarne un’altra finta”, si è difeso, piccato, Veltroni, raggiunto alla Festa dell’Unità di Bologna dal fattoquotidiano.it. Perchè l’ex vicepresidente del consiglio sta facendo sold out ad ogni festa provinciale del Pd in cui va a presentare il romanzo utopico che alla base ritrova l’ingegnere che, perfino sul web, dà del “terrorista durante la guerra in Italia”, all’ex ministro degli interni Paolo Emilio Taviani, colui che, a sua detta, volle l’abbattimento della “creatura” eretta undici chilometri dalla costa riminese, fuori dalle acque territoriali italiane.
Il vitellone, l’avvocato, il figlio del proprietario del Grand Hotel di Rimini e l’ingegnere. Questi i protagonisti del romanzo veltroniano alla ricerca dell’isola che non c’è, “un luogo dove accogliere una comunità di artisti, poeti, musicisti, amanti della bellezza”, nella realtà rievocazione quanto meno dubbia di un episodio di ribellione sessantottina che doveva diventare una mini San Marino con casinò e boutique per gli acquisti duty free.
“L’isola venne costruita nel ’68? E’ stato un caso”, spiega il figlio dell’ingegner Rosa che risponde al posto del padre oramai non più in buone condizioni di salute, “altro che ribelle, questa è una parola che non ci piace, da terroristi delle brigate rosse. Mio padre cercava la libertà. E poi a mio avviso, il ’68 è la fine di un’epoca, non l’inizio di qualcosa di nuovo. So che Veltroni la pensa come me e mio padre”.
E se Veltroni presente alla festa Pd, a discettare di sogni politici impossibili da realizzare, ha confermato la condivisione, c’è invece un altro concetto di cui il leader del centrosinistra non ha voluto parlare. Sono le affermazioni di casa Rosa in merito ai partigiani e alla Resistenza italiana del ‘43-’45. “Altra roba vecchia di cui la gente non vuole più sentire parlare: ‘acqua passata non macina più’, ha sempre detto mio padre”, prosegue Rosa jr., “mio padre ha sempre detto che Paolo Emilio Taviani era un terrorista perché non ha mai apprezzato i partigiani e non era mai stato loro vicino”.
Giorgio Rosa nel ’43 aveva 18 anni e si racconta di una sua fugace militanza nella Rsi: “Ma mio padre era apolitico. Certo però che quando l’altra sera a Rimini Sergio Zavoli ha fatto riecheggiare i morti della Resistenza mentre si presentava il libro di Veltroni, con mio padre ci siamo detti ‘ma cosa stiamo a parlare della guerra, pensiamo alla guerra odierna, a come combattere la crisi economica’. Ripeto: questi sono argomenti vecchi, superati. Anche su questo Veltroni è d’accordo con mio padre”.
“Il papà non apprezzava nulla della vita dei partigiani per almeno due motivi”, continua Lorenzo, “durante la guerra erano poche decine poi appena finita, con la sconfitta terribile dell’Italia, sono diventati migliaia e si sono associati perché così ottenevano i versamenti Inps; secondo: compivano attentati contro i soldati tedeschi mettendo in pericolo la popolazione civile”.
Insomma tra Beatles, Fellini e sogni di cambiare il mondo descritti da Veltroni e simpatie “liberali, o giù di lì” dell’originario dottor Rosa, ce ne passa; anche se i personaggi sono di fantasia: “Comunque non è vero che nel romanzo mio padre non c’è, anzi. E’ proprio uno dei quattro personaggi, quello che pensa solo agli incassi, Veltroni me l’ha detto”.
“Sono personaggi inventati”, è la difesa di Veltroni. Certo che con tutti gli esempi possibili ed immaginabili di utopie libertarie proprio quello dell’evasore fiscale che fa dichiarazioni contro la Resistenza, risulta stridere con passato e presente veltroniano: “Il messaggio riguarda l’utopia non quella specifica utopia di Rosa. Ho incontrato l’ingegnere dal quale mi sono fatto raccontare la storia ma il tema del romanzo non è lui (il titolo del libro è L’isola e le rose e parla della vera Isola delle rose, n.d.r.). Ad ogni modo la realtà dà solo degli spunti: allora anche Fellini non doveva descrivere personaggi legati al fascismo?”
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Caso Paragon, Nordio in Aula: ‘Nessuno è stato intercettato da Polizia penitenziaria nel 2024’. Mediterranea: ‘Spionaggio iniziato un anno fa’
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Ma nelle mani di chi siamo? Siamo nelle mani di nessuno. Ieri con un atto gravissimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha secretato, oggi lei ministro Nordio viene in aula e spiattella tutto. Ma non vi siete parlati?". Così Davide Faraone al question time alla Camera dopo che il ministro Carlo Nordio ha detto in aula che "nessuna persona è stata mai intercettata dalla polizia penitenziaria" rispondendo alla domanda delle opposizioni a cui il governo ieri aveva spiegato che si poteva rispondere solo nelle "sedi opportune" ovvero il Copasir. "E allora chi aveva in uso Paragon? Quindi sono le procure ministro? Diteci una volta per tutte chi lo ha utilizzato e con quali finalità. Vergogna".
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "La Lombardia crede fortemente nel comparto del florovivaismo. I numeri sono impressionanti e danno il senso e il significato di un settore che è davvero trainante e rappresenta l’anima portante, anche in Lombardia, del settore primario. Tanti complimenti anche a Myplant & Garden, evento che fa onore al sistema fieristico lombardo e porta tanti operatori e tanta qualità in Lombardia". Queste le parole di Alessandro Beduschi, assessore all’agricoltura, sovranità alimentare e foreste di Regione Lombardia durante la conferenza organizzata da Coldiretti dal titolo 'Florovivaismo italiano. Il motore verde del Paese. Presentazione del 1° rapporto sul florovivaismo italiano - Numeri e fatti del settore'. L’incontro si è svolto all’interno di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, ospitato nei padiglioni di Fiera Milano Rho dal 19 al 21 febbraio.
"Con Coldiretti stiamo portando avanti tante battaglie. Siamo in contatto con la commissione europea e siamo fiduciosi che si apra una nuova stagione fatta di più realismo e di una valorizzazione del lavoro etico dell’agricoltore, dell’allevatore e del vivaista. Un lavoro che guardi all’ambiente, ma che non sia vincolato a un’ideologia che ha comportato una rinuncia, fortemente manifestata dai nostri agricoltori, al meccanismo fondamentale che è la pac, la politica agricola comune. Quando si mette in discussione la partecipazione degli stessi utenti alla pac vuol dire che il fallimento è certificato. Credo che in Europa, insieme a Coldiretti, riusciremo a toccare tanti temi".
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Il 4 luglio, il Parlamento italiano ha approvato una legge e quindi che concretamente fissa degli obiettivi per il nostro sistema legislativo nella materia del florovivaismo. Dal primo momento dell'insediamento di questo Parlamento e di questo governo si è voluto dare una risposta ad un settore che ci veniva segnalato come un settore in grande crescita. I dati danno dimostrazione che la politica deve guardare con interesse questo settore. In questa legge quadro ci sono tutti i principi che servono a rimuovere gli ostacoli e le disparità". Queste le dichiarazioni di Mirco Carloni, presidente della Commissione agricoltura della Camera dei deputati, durante la conferenza dal titolo 'Florovivaismo italiano. Il motore verde del Paese. Presentazione del 1° rapporto sul florovivaismo italiano - Numeri e fatti del settore'.
L'incontro ha dato l'occasione per presentare il primo rapporto sul florovivaismo italiano promosso da Coldiretti, Assofloro e Myplant & Garden, e realizzato dal centrostudi Divulga grazie al quale, per la prima volta in Italia, viene fatta una fotografia chiara del settore florovivaistico. Interverranno rappresentanti delle Istituzioni e del settore per fare il punto e confrontarsi su temi strategici per il florovivaismo italiano.
All'interno di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, ospitato nei padiglioni di Fiera Milano Rho dal 19 al 21 febbraio, Carloni aggiunge: "Finalmente c'è una volontà del governo di creare un piano strategico nazionale sul florovivaismo e credo che le condizioni perché questo settore venga portato alla giusta attenzione ci siano tutte. Per quanto riguarda i capitolati non è tollerabile che i soldi pubblici per gli arredi urbani poi vedano una concorrenza al ribasso, penalizzando proprio le nostre imprese che producono fiori e piante. Uno degli obiettivi che dobbiamo porci è quello di ridurre le importazioni di fiori e piante dall'estero".
"I nostro obiettivo è riuscire a sostenere e aumentare la produzione e commercializzazione dei nostri prodotti, diminuendo le importazioni e dando così valore a un settore dalle grandi potenzialità".
"Ringrazio Myplant & Garden per l’organizzazione di questo evento, che valorizza gli operatori dell’intero comparto florovivaistico -ha aggiunto Carloni-. Ho accolto con piacere l’invito a questa giornata, consapevole del lavoro svolto in questi mesi: l’approvazione da parte del Parlamento della legge delega al governo, in cui è stata assorbita anche la proposta di legge del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. Con questa legge, abbiamo fissato obiettivi concreti, dopo anni di tentativi, per il nostro sistema legislativo in materia di florovivaismo. Ci sono molti temi su cui lavorare, di natura fiscale e logistica, ma anche relativi alla premialità dei piani di sviluppo rurale, che spesso non hanno dato al settore la giusta attenzione".
In questa occasione, ha continuato, "vorrei sottolineare il grande lavoro svolto di concerto con il governo e il sottosegretario La Pietra, che ringrazio, per fornire risposte concrete a un settore in crescita, come dimostrano i dati. All’approvazione della legge delega seguiranno, a breve, i decreti attuativi".