“Ho già consegnato una lettera di dimissioni in bianco, ma prima mi piacerebbe confrontarmi con Grillo e Casaleggio”. A pochi giorni dalla diffida arrivata via blog da Beppe Grillo, Filippo Boriani, l’ormai ex-consigliere a 5 stelle del quartiere di Bologna Saragozza, lancia un appello al dialogo, invitando il fondatore del Movimento e il suo spin doctor a Bologna, per una discussione faccia a faccia. Non una resa dei conti, ma “un passaggio politico” che serva a far chiarezza sull’applicazione delle regole interne . E a chi, come il consigliere comunale di Bologna Federica Salsi, lo accusa di aver inizialmente mentito sul suo passato politico replica: “Non ho mai nascosto di aver due mandati alle spalle ”.
Boriani è stato liquidato pochi giorni fa, tramite poche righe sul blog dell’ex comico: “Avendo già svolto due mandati prima di quello corrente, è diffidato dall’utilizzo del simbolo del MoVimento 5 Stelle”. Una scomunica che ha lasciato però l’amaro in bocca a chi aveva manifestato l’esigenza di un confronto tra la base e il vertice: “Il mio caso era stato discusso durante l’ultima assemblea del gruppo bolognese – racconta Boriani – che aveva deciso di convocare Grillo e Casaleggio per approfondire meglio la questione, prima di prendere decisioni”.
Grillo, insomma, ha bruciato tutti sul tempo. E se oggi il consigliere espulso si definisce “sereno”, non nasconde la necessità di un chiarimento vis a vis. “Io mi sono autosospeso sono pronto a lasciare il posto e ad aiutare quelli che arriveranno dopo di me, per fare il bene del Movimento – assicura -. Non voglio fare polemica e creare divisioni, ma prima di lasciare vorrei che Grillo e Casaleggio partecipassero all’assemblea, così da aprire un dialogo sull’applicazione dei principi che regolano la nostra attività. Perché se un anno fa la regola dei due mandati è stata interpretata in un modo e oggi in un altro, è bene che se ne discuta e che non si metta la testa sotto la sabbia. E questa è una richiesta che parte da tutta l’assemblea”.
Il “caso” Boriani esplode l’anno scorso, alla vigilia delle elezioni, a causa delle suoi incarichi politici precedenti. Prima di scendere in campo con i 5 stelle, il consigliere di Saragozza, uno dei quartieri di Bologna, infatti era già stato consigliere sotto la bandiera dei Verdi, prima nel 1990 e poi nel 1995, per un totale di nove anni. Ma le regole del Movimento 5 stelle prevedono massimo 2 mandati, e per questo, una volta presentate le liste nel Movimento si apre la discussione sull’opportunità o meno della sua candidatura. Alla fine arriva il via libera ma a un patto: dimissioni entro un anno in caso di elezione in consiglio comunale.
La faccenda si fa più spinosa dopo le urne. “Sono stato eletto in quartiere, e qui l’attività è diversa da quella che si porta avanti in Comune o in Regione. Si tratta di volontariato, dal momento che riceviamo giusto i gettoni di presenza da 18 euro”. E dunque, secondo Boriani, l’incarico a Saragozza non rientra a pieno titolo nella regola dei due mandati.
Ai piani alti del Movimento però oggi la pensano diversamente: “Alcune settimane fa – racconta – al compimento del decimo anno di attività come eletto, Casaleggio sollecita le mie dimissioni e così presento un foglio in bianco come gesto di buona volontà, chiedendo solo di farmi terminare il lavoro in quartiere”. Boriani, dunque, prende tempo, fino a quando il suo caso finisce sul tavolo dell’ultima assemblea del gruppo a 5 stelle bolognese. Qui si decide di parlarne direttamente con Grillo e Casaleggio. “Ma non c’è stato tempo. È arrivato prima il post sul blog”.