Dodici autrici per 302 pagine del sesto volume di poesie pubblicato dalla casa editrice torinese. I detrattori accusano: "Testo a tesi". La curatrice Giovanna Rosadini però ribatte: "E' una scelta editoriale. E comunque fotografa un dato di fatto della letteratura contemporanea"
«Questa volta i nuovi poeti italiani sono tutti poetesse». Non servono giri di parole a Isabella Leardini, 33, poetessa, per spiegare perché il sesto volume dell’antologia di Einaudi – in cui compare anche il suo nome – sta facendo discutere. Chi ha detto che l’opera sostiene un pensiero critico o uno scopo sociale, chi l’ha definito un libro a tesi. «Si attacca l’idea, ma in verità questo libro mette in evidenza un dato di fatto che riguarda la poesia contemporanea: la cosiddetta “poesia femminile” non è più un sottogenere di pochi casi isolati, ma una realtà portante nella letteratura di questi anni».
L’idea è nata da un colloquio tra l’editor di Einaudi Mauro Bersani e la poetessa Mariangela Gualtieri: entrambi si erano accorti della quantità di poesie scritte da donne in circolazione. La constatazione si è trasformata nel progetto di un’antologia, che è stato affidato a Giovanna Rosadini, 49 anni, editor della Collana bianca fino al 2004 e autrice in versi. «Quella di includere solo poetesse in questo volume è una scelta editoriale. Qualcuno ha detto che abbiamo fatto un libro a tesi per dimostrare la superiorità della poesia femminile. Ma non è così», dice la curatrice.
In comune con i numeri precedenti (il penultimo è uscito nel 2004) Nuovi poeti italiani 6 ha la volontà di proporre profili di autori ancora non del tutto affermati, ma noti al pubblico specializzato. Le poetesse, che hanno età e stili diversi tra loro, hanno alle spalle pubblicazioni e riconoscimenti letterari. «Per motivi di spazio ne abbiamo dovute selezionare dodici», spiega Giovanna Rosadini, «questo non vuol dire che non ci siano altre autrici altrettanto brave che avrebbero potuto essere incluse, come Francesca Serragnoli e Anna Ruotolo».
Il libro mostra una poesia libera, poco influenzata dal canone poetico che per anni ha accolto solo gli uomini. I versi delle poetesse sono ricchi di sentimenti: «É vero che la poesia femminile ha una temperatura più alta di quella maschile», commenta Rosadini. Gli uomini, più cerebrali, quando scrivono si pongono il problema di offrire una visione del mondo. Le donne esprimono le proprie emozioni. Per questo, come dice Isabella Leardini, «questa antologia non ha la pretesa di raccontare l’Italia di oggi, ma racconta le donne e gli uomini come la poesia fa da sempre». Ci sono casi in cui le poesie fanno riferimento alla realtà contemporanea – come nei versi di Maria Grazia Calandrone e Giovanna Frene. Ma si tratta sempre di una realtà filtrata dalle esperienze e mai universale.
«Mi è stato rimproverato che il genere non è una categoria critica. Ma c’è una differenza» tra poesia femminile e maschile, afferma Giovanna Rosadini. È vero che il futuro della poesia «va verso un’indifferenza di genere», ma, ad accomunare le poetesse, ci sarà sempre quella sensibilità che riguarda solo le donne.