Christian Vieri fu “spiato” in due distinte occasioni dall’Inter. Appena arrivato nella squadra neroazzurra – 1999 – e tra il 2002 e il 2004. E l’ordine di tenere d’occhio anche i tabulati telefonici dell’ex bomber, attraverso alcuni passaggi, fu dato anche dal presidente Massimo Moratti. Emerge anche questo particolare nelle motivazioni della sentenza del giudice civile di Milano Damiano Spera che ieri ha condannato Telecom e Inter a risarcire il calciatore per un milione di euro per la violazione della privacy.
E’ stato lo stesso ex presidente Telecom Marco Tronchetti Provera, sentito come teste nell’ottobre del 2010 – a confermare che ci fu un’indagine investigativa negli anni 1999 e 2000; anche se l’incarico sarebbe stato limitato alle attività consentite dalla legge. Tronchetti al giudice ha spiegato che i contatti con Giuliano0 Tavaroli, all’epoca responsabile della sicurezza di Pirelli poi passato a guidare la security della società di telecomunicazioni “avevano l’unica finalità di sapere in che modo agivano le altre società calcistiche ed, in particolare, se seguivano la vita privata dei calciatori”. Tavaroli ha poi patteggiato una pena di 4 anni e 2 mesi nell’ambito del processo sullo scandalo dei dossier illeciti su una lunga lista di personaggi della politica, dell’imprenditoria, dello sport.
Sempre da Tronchetti, riporta il giudice nelle motivazioni, arriva l’informazione che agli inizi del 2004 “la propria segretaria avrebbe contattato il signor Tavaroli per riferire ‘guardi la cercherà il dott. Moratti, ha bisogno di una mano, le chiederà una consulenza tra virgolette’”. Un episodio confermato anche da Tavaroli; anche se l’ex carabiniere aveva precisato che quella “consulenza” avrebbe riguardato “Calciopoli” e non Vieri. E in effetti una impiegata, prima di Tim e poi di Telecom, fu incaricata – come lei stessa ha dichiarato – “di annotare i numeri in entrata ed in uscita dalle utenze di Vieri che si ripetevano con maggiore frequenza prendendo degli appunti cartacei”.
Tavaroli ricevette l’incarico di investigazione anche da parte di Carlo Buora (vice presidente Inter e amministratore delegato di Telecom); la spiegazione del manager fu che era necessario un dossier per la valutazione dell’utilizzo di Vieri per una campagna pubblicitaria della Pirelli. L’iindagine investigativa fu poi interrotta perché era “venuto meno” l’interesse della società che produce pneumatici. I tabulati, come raccontano Tavaroli e l’investigatore privato Emanuele Cipriani, furono consegnati all’Inter. Ed è proprio l’uomo che guidava la società di investigazione “Polis d’istino” a raccontare che la fattura per il primo spionaggio, quello del 1999 presentata da Telecom in corso d’udienza, era stata emessa da società investigativa W.C.S. Ltd “per soddisfare l’interesse della committente di rendere più difficilmente ad essa riconducibile tale attività di indagine”.
Lo spionaggio di Vieri però, secondo il giudice, non gli avrebbe stroncato la carriera come affermato dal calciatore (che ha dichiarato di essere stato escluso dai mondiale e di non aver accettato un ingaggio in Brasile perché non se la sentiva), né gli avrebbe scatenato la depressione. Certo che è che “le prove testimoniali hanno comprovato che l’apprendimento della notizia di aver subito una rilevante violazione della propria vita privata ha comportato per l’attore una indubbia e innegabile sofferenza. Tale circostanza – argomenta il giudice – appare del resto verosimile in quanto può ritenersi massima di comune esperienza che un’indebita intromissione nella propria sfera privata da parte di soggetti estranei, tanto più quando viene effettuata in modo subdolo e con modalità illecite, ingenera nella vittima uno stato di sofferenza”. Quindi non essendoci il danno patrimoniale (il mancato proseguimento della carriera, ndr), né quello morale da lesione della salute (l’insonnia e l’ansia non sono stati attribuili alla depressione, ndr) il magistrato ha riconosciuto a Vieri il danno morale per l’intrusione delle due società nella sua privacy e quindi ha fissato in un milione il risarcimento contro i 20 circa chiesti dall’ex attaccante. L’avvocato di Bobo Vieri, Danilo Buongiorno, trasmetterà alla Giustizia sportiva, la sentenza per chiedere la riapertura del procedimento che era stato archiviato. Un primo procedimento a carico dell’Inter era stato archiviato dalla Figc.