Il premier "lieto che il prossimo vertice intergovernativo tra Francia e Italia, si svolgerà a Lione, un altro segno concreto della volontà dei nostri due Paesi di dare completa realizzazione a quell'opera di fondamentale interesse che è il treno ad alta velocita Torino-Lione". Imprese e sindacati "acuiscano gli sforzi"
Mario Monti preme l’acceleratore sul Tav. “Sono lieto che il prossimo vertice intergovernativo tra Francia e Italia, si svolgerà a Lione, dando così un altro segno concreto della volontà dei nostri due Paesi di dare completa realizzazione a quell’opera di fondamentale interesse che è il treno ad alta velocita Torino-Lione“, ha detto il premier a margine del vertice con il presidente francese, Francois Hollande.
Un incontro che secondo il premier è servito ai due capi di Stato a “constatare e spingere ancora più avanti l’identità di vedute sui rapporti bilaterali e sul clima da ristabilire per rilanciare l’economia europea nella stabilità dell’Eurozona. C’è grande sinergia e unità di obiettivi nello spingere sulla crescita non inflazionistica o fondata su squilibri”.
Quanto al contesto comunitario, per Monti “fare i compiti a casa è necessario ma non sufficiente perché occorre che via via che un Paese realizza i progressi lungo le direttrici europee ci sia un riconoscimento da parte dell’Ue, affinché non persistano dei grandi ostacoli degli spread che sarebbero privi di riferimento all’andamento dell’economia. Sono sicuro che il presidente Hollande e io veglieremo affinché i passi avanti compiuti dall’ultimo vertice europeo per combattere lo spread siano completamente realizzati”.
Un tema, quello degli interessi pagati dai titoli di Stato italiani, che è stato toccato anche da Bankitalia secondo la quale il differenziale di rendimento fra Btp e Bund “dovrebbe collocarsi su valori dell’ordine dei 200 punti”, come si legge in un quaderno della collana Questioni di Economia e Finanza della Banca Centrale secondo il quale “il recente andamento dello spread è in larga parte riconducibile a fenomeni di contagio non legati alle condizioni di fondo del Paese”.
Tornando a Monti, per il premier “se la riforma delle pensioni realizzata da questo governo fosse stata fatta anni fa, questo avrebbe dato respiro alle nuove generazioni”, quanto al futuro, “mentre il governo si sforza per aumentare la produttività per rilanciare la produttività e la competitività è necessario che imprese e sindacati acuiscano gli sforzi perché è il momento di lavorare insieme per creare lavoro”, ha detto aggiungendo per scherzo: “non ho fatto promesse sull’occupazione durante la campagna elettorale”.
I livelli di disoccupazione in Europa “sono troppo alti, insopportabili”, gli ha fatto eco Hollande per il quale “se vogliamo ripristinare la fiducia,non dobbiamo avere dubbi sulla zona euro. I vertici bilaterali sono estremamente utili se permettono poi di giungere alle conclusioni in occasione dei consigli europei. Non basta incontrarsi su vaghi principi, ma dobbiamo prendere decisioni, i consigli europei sono fatti per questo”. Quanto ai temi sul tavolo, “siamo impegnati e stiamo risolvendo diverse questioni: il patto per crescita, la stabilità, i meccanismi di intervento, l’approfondimento dell’unione bancaria. Tengo molto che quest’ultima tappa sia avviata con il prossimo Consiglio europeo, del 18-19 ottobre”.
Sui Paesi più in difficoltà, poi, il presidente francese ha detto chiaramente di credere “che l’Europa non decida abbastanza in fretta. Non possiamo aspettare ancora che la Grecia, la Spagna presentino nuovi rischi. Bisogna agire subito”. In ogni caso, “se il rapporto della troika riconosce gli sforzi e la credibilità della Grecia, allora senza mettere altri fondi si può vedere di riapplicare il piano di risanamento”. Quanto alle ultime posizioni di Moody’s sulle prospettive dell’Europa, che l’agenzia ha rivisto portandole da “stabili” a “negative”, Hollande ha detto ”non commento ancora le agenzie di rating: rispecchiano un’inquietudine, sta a noi fornire risposte, non commenti, vi sono dubbi sulla nostra capacità di decidere e sulla potenzialità di crescita, ma noi dimostreremo che possiamo farlo”.
Inquietudine che si è riflessa sui mercati europei, che hanno chiuso la giornata tutti in rosso. E’ andata meglio sul fronte dei titoli di Stato che, sostenuti dalla forza della presa di posizione di ieri del presidente della Bce, Mario Draghi, hanno continuato a raffreddarsi. In particolare il Btp decennale ha visto i rendimenti scendere al 5,64%, portando lo spread rispetto al Bund tedesco a quota 425 punti. ”Non riusciamo a perseguire la stabilità dei prezzi con l’attuale frammentazione del’Eurozona, perchè i cambiamenti dei tassi d’interesse riflettono solo uno, o due Paesi al massimo”, ha detto Draghi, durante l’audizione di ieri al Parlamento Ue in base a una trascrizione ottenuta da Bloomberg. A proposito del piano di acquisto dei titoli di Stato per ridurre gli spread ha aggiunto ”francamente, tutto ciò ha molto ache fare con il proseguimento dell’esistenza dell’euro”.