L'ente nazionale vuole "valutare se i social network possano essere utilizzati quando le infrastrutture basate sulla tradizionale linea 'voce' collassano durante particolari disastri naturali”. L'anno scorso, con lo tsunami e il terremoto a Fukushima, i soccorsi hanno infatti dovuto dotarsi di un sistema che permettesse alle loro chiamate di avere la priorità
Anche il 112, o il più conosciuto 911 dei film americani, presto potrebbe diventare “social”. A portare ancora una volta i social network in una nuova dimensione è stata una proposta dell’agenzia giapponese per la gestione delle emergenze “Fire and Disaster Management”. Nel primo di una serie di incontri per analizzare la possibilità di introdurre ufficialmente la chiamata d’emergenza in formato elettronico, il Giappone ha proposto di utilizzare la rete in occasione di calamità e disastri naturali. “Abbiamo avviato questa discussione – ha commentato Yosuke Sasao dell’agenzia per la gestione delle emergenze – per valutare se i social network possano essere utilizzati quando le infrastrutture basate sulla tradizionale linea ‘voce’ collassano durante particolari calamità naturali”.
La rete telefonica, sia fissa che mobile, durante eventi particolarmente violenti, ha spesso dimostrato di non essere all’altezza delle richieste: sia per l’alta quantità di traffico che si trova ad affrontare, sia per eventuali problemi di carattere tecnico. Il caso più eclatante si è registrato proprio in Giappone lo scorso anno a distanza di poche ore dopo il terremoto e lo tsunami che ha colpito Fukushima e la costa orientale del paese. In quell’occasione le numerose telefonate per rassicurare amici e parenti hanno fatto collassare la rete telefonica, al punto che i soccorsi hanno dovuto dotarsi di un sistema che permettesse alle loro chiamate di avere una certa priorità. In alcune zone del Giappone i social network sono stati per diversi giorni l’unico mezzo di comunicazione dal momento che l’intera rete-voce era completamente fuori uso.
Sempre la rete ed in particolare il servizio Person Finder messo a cura da Google, sono stati letteralmente presi d’assalto dalla popolazione giapponese che ha postato foto e descrizione dei propri cari scomparsi nella speranza che qualcuno potesse dar loro notizie. A giocare il ruolo di leader nelle situazioni d’emergenza è stato ancora una volta Twitter che, secondo un’analisi condotta dalla società IMJ, ha visto moltiplicare il numero di iscritti dal paese del Sol Levante, proprio in occasione di particolari disastri naturali. Spesso gli utenti si sono iscritti ai social network per avere a disposizione un canale dove cercare notizie sulle persone scomparse o per rimanere in contatto con amici e parenti lontani.
Non solo in Giappone, anche in Italia infatti durante le giornate del terremoto emiliano, su Twitter si sono formati dei veri e propri passa-parola in cui venivano indicati i rifugi d’accoglienza più vicini, le modalità con cui effettuare donazioni, dove trovare assistenza e aiuto. Proprio in questa direzione si è infatti concentrata la dichiarazione di James Kondo, responsabile del sito di microblogging per il Giappone: “Se le circostanze lo permettono, ad esempio, potete aggiungere il tag #sopravvissuto ai vostri tweets. Questo aiuterà la vostra famiglia e i vostri amici che stanno cercando di sapere se state bene”. Insieme all’amministratore del social network di microblogging, all’incontro hanno partecipato anche alcuni esponenti di Yahoo e alcune realtà locali ampiamente utilizzate nel paese come NHN, Mixi e Line. Il prossimo incontro in cui potrebbero esserci risvolti concreti dell’iniziativa è stato fissato per la metà del mese di novembre; intanto l’agenzia giapponese per la gestione dell’emergenze ha aperto il suo profilo ufficiale su Twitter.