La consigliera regionale lombarda del Pdl annuncia che rimarrà al suo posto. In un'intervista al settimanale Diva e Donna attacca Miss Italia, sperando sia super partes rispetto a Chiara Danese, parte civile nel processo Ruby. Infine da le pagelle ai politici nostrani
”Dopo l’estate ho scelto di restare per gli stessi motivi che mi hanno fatto avvicinare alla politica: l’ammirazione per le idee di libertà di Silvio Berlusconi. Non mi arrendo alle prime difficoltà: gli ostacoli mi motivano a essere più forte e tenace. Quindi per ora non mollo”. A dirlo, in un’intervista al settimanale Diva e Donna in edicola domani, è la consigliera lombarda del Pdl, Nicole Minetti, che sembra così chiudere la discussione sulle sue dimissioni avviata all’inizio dell’estate.
La richiesta era stata avanzata prima da Daniela Santanchè e poi da tutto lo stato maggiore del partito a causa della suo coinvolgimento nel processo Ruby bis. Il segretario Alfano il 15 luglio era arrivato addirittura a chiedere, in diretta su Sky Tg24, le dimissioni della consigliera. Il 17 luglio la Minetti era stata convocata ad Arcore da Silvio Berlusconi per parlare della sua posizione all’interno del partito e delle sue eventuali dimissioni.
Ora l’ex igienista dentale fa parlare nuovamente di sé dopo aver promesso di “restare zitta per il bene di tutti”. Sempre sul settimanale Diva e Donna, lancia un appello a Patrizia Mirigliani, organizzatrice di Miss Italia, commentando la presenza in finale di Chiara Danese, parte civile al processo Ruby bis contro di lei. “Mi ha colpito l’attenzione che Miss Italia riserva alla partecipazione di questa ragazza che in fin dei conti dovrebbe essere una concorrente qualsiasi, come le altre, ma sui giornali le è sempre riservato grande spazio – dice -. Spero che un concorso così importante sia super partes rispetto alla vicenda come dovrebbe essere; anzi, Patrizia Mirigliani per dimostrarlo – sottolinea la Minetti – davvero dovrebbe invitarmi come ospite a una delle serate”. Poi fa un “in bocca al lupo” alla Danese.
Infine la Minetti nell’intervista al settimanale si sbizzarrisce a dare ‘sexy-pagelle’ ad alcuni politici. Queste le risposte: a Roberto Formigoni da 8 ammettendo che “la giacca gialla che ogni tanto indosso in Consiglio regionale l’ho scelta ispirandomi alle sue camicie, simbolo di autoironia”; voto 7 a Matteo Renzi, “anche se ha un pò troppo l’aria del bravo ragazzo per i miei gusti; lo vedrei meglio con un giubbotto in pelle, più rock“; 4 al leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo: “In un uomo non mi piace mai la barba incolta” e conclude con un 3 al segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “Se dovessimo unire la folta chioma di Grillo con la flemma di Bersani non ne uscirebbe certo l’uomo più sexy del pianeta”.