Mastrapasqua: "Il confronto tendenziale conferma l’andamento critico degli ultimi mesi". De Bernardis (Cerved): “L'alto numero di fallimenti della prima metà dell’anno riflette il momento critico del nostro sistema produttivocon una recessione iniziata nella seconda metà del 2011 che sta investendo un sistema di imprese già indebolito"
Nei primi sette mesi dell’anno sono state presentate all’Inps 763.256 domande per l’indennità di disoccupazione, con un aumento del 14,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (664.989). Lo rileva l’Inps precisando che a luglio le domande arrivate all’Istituto sono state 175.825, con un incremento dell’1,42% rispetto a luglio 2011. Le domande di mobilità presentate a luglio 2012 sono state invece 10.819 (-2,44% tendenziale), per un totale che nei primi sette mesi dell’anno ammonta a 79.193 richieste (+7,72%).
In salita anche la Cassa integrazione, con 706,5 milioni di ore autorizzate nei primi 8 mesi del 2012. L’aumento annuo è del 9,6 per cento. In particolare ad agosto sono state autorizzate 67 milioni di ore con un aumento del 18,7% su agosto 2011. Rispetto a luglio, invece, il dato è in calo del 42,1% rispettando, secondo l’Istituto di previdenza, l’andamento degli ultimi anni, che vede in agosto un calo fisiologico della cassa integrazione rispetto al mese precedente: nel 2011, la diminuzione era stata del 29,6% (56,5 milioni di ore ad agosto contro 80,2 milioni a luglio). Anche perché molte aziende italiane ad agosto chiudono per ferie.
Tanto che il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, sottolinea che i dati di agosto “scontano la stagionalità, per cui il confronto congiunturale ha poco rilievo. Resta invece significativo il confronto tendenziale, che conferma l’andamento critico degli ultimi mesi: nei primi otto mesi dell’anno siamo quasi al 10% in più di richieste di cig”. Per un totale di 706,5 milioni a fronte dei 644,5 milioni dello stesso periodo 2011.
Nel dettaglio, gli interventi di cassa integrazione ordinaria (cigo) ad agosto sono aumentati del 52,5% rispetto ad agosto 2011 e diminuiti del 68,4% rispetto a luglio (da 34,5 a 10,9 milioni di ore). L’incremento tendenziale di agosto è attribuibile in larga misura alle autorizzazioni riguardanti il settore industria (8,5 milioni), aumentate del 74,4% rispetto ad un anno fa (4,9 milioni), mentre più contenuto è l’aumento relativo al settore edile (+4,7%). Nei primi otto mesi del 2012 sono stati autorizzati 212 milioni di ore cassa ordinaria con un aumento del 45,6% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Gli interventi straordinari (cigs) del mese scorso ammontano invece a 26,2 milioni di ore, con un aumento del 3,5% rispetto ai 25,3 milioni dell’anno prima. In calo anche l’andamento degli otto mesi che registra una diminuzione dell’8,4 per cento. Per gli interventi in deroga (cigd), infine, ad agosto sono state autorizzate 29,9 milioni di ore con un aumento del 24,7% rispetto ai 24 milioni di agosto 2011. Le ore autorizzate in deroga sono invece diminuite del 18,1% rispetto a luglio 2012 (36,6 milioni). Complessivamente, nel periodo gennaio-agosto 2012 sono state autorizzate 238,6 milioni di ore di cassa in deroga, con un incremento dell’8,7% rispetto allo stesso periodo 2011.
Strettamente collegato al tema occupazionale, quello dell’andamento delle imprese. Secondo i dati appena diffusi dal Cerved, nella prima metà dell’anno sono state aperte 6500 procedure fallimentari, un numero più alto rispetto allo stesso periodo del 2011, anno record per i fallimenti, nonostante il secondo trimestre abbia evidenziato una contrazione del 3,2% sul 2011 a quota 3.300 procedure. Non solo. L’Osservatorio sulla crisi d’impresa Cerved Group, parla anche di un “preoccupante ritorno dei concordati preventivi” cresciuti dell’11,6% su base annua.
Quasi tre quarti delle procedure riguardano le società di capitali, la forma giuridica che ha sofferto maggiormente durante la crisi e che ha evidenziato un aumento dei default del 4,6% nei primi sei mesi del 2012. Le altre forme hanno registrato invece un dato in diminuzione del 7,3% tra le società di persone e 9,8% tra quelle individuali. Sull’andamento di questo semestre pesano soprattutto i fallimenti delle costruzioni, +4,8%, dei servizi, +1,2% e degli altri settori, +9,5%, mentre continua la discesa delle procedure nel comparto dell’industria, -8,6%.
La situazione a livello territoriale si diversifica molto da area ad area: se nel Nord Ovest (+5,5%) e nel Centro (+7,1%) i default continuano a crescere, nel Nord Est e nel Sud diminuiscono, rispettivamente del 9,8% e dell’1,7%. Sull’aumento del fenomeno nel Nord Ovest pesa particolarmente il dato della Lombardia, che riporta un aumento del +6,2%. Il dato del Nord Est invece, che torna ai livelli di due anni fa, beneficia soprattutto dei miglioramenti registrati in Veneto, -13,2% e in Emilia- Romagna, -10,2%.
“L’alto numero di fallimenti della prima metà dell’anno riflette il momento critico del nostro sistema produttivo – spiega Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved – con una recessione iniziata nella seconda metà del 2011 che sta investendo un sistema di imprese già indebolito dalla prima fase della crisi, seguita da una ripresa troppo debole e breve”.
L’incremento dei default – solo calmierato nel secondo trimestre – è stato accompagnato da una nuova fiammata dei concordati preventivi, la procedura con cui l’imprenditore può tentare di trovare un accordo con i suoi creditori per evitare il fallimento e superare il momento di crisi. Di fatto, nella prima metà dell’anno le domande di concordato sono tornate a crescere a ritmi preoccupanti: tra marzo e giugno si contano 312 concordati, +17% rispetto al secondo trimestre 2011, che portano così a 575 il totale delle procedure aperte nei primi sei mesi dell’anno, contro le 518 dell’anno scorso (+11,6%).
“I concordati preventivi, pur coinvolgendo un numero meno significativo di imprese rispetto ai fallimenti, sono un termometro importante dello stato di difficoltà delle aziende: da un lato perchè coinvolgono imprese mediamente più grandi e quindi con effetti più negativi su occupazione e indotto, dall’altro perchè, reagendo prima alla congiuntura possono anticipare un ulteriore peggioramento sul fronte dei fallimenti”, conclude De Bernardis.