Politica

Genova, la tentazione del Pd: allargare a Casini, neutralizzare l’Idv

I democratici chiedono una verifica di maggioranza al sindaco Doria, l'outsider di Sel eletto a maggio. I dipietristi hanno votato contro diversi provvedimenti della giunta e pesano le divisioni sulle grandi opere miliardarie: la Gronda e il Terzo valico

Il Pd ha deciso di toccare il tempo al sindaco Marco Doria e alla maggioranza in consiglio comunale, soprattutto l’Idv. Anzi, una delle ipotesi in casa Pd è di far uscire dalla maggioranza i tre consiglieri dipietristi e far entrare i due dell’Udc.

Tutto nasce alla fine di agosto quando il segretario provinciale del Pd Giovanni Lunardon e il capogruppo Simone Farello mandano una missiva a Doria chiedendo una verifica della maggioranza. L’incontro tra Doria, segretari e capigruppo è fissato per dopodomani. Poi seguirà un altro incontro, definito “riunione seminariale”, con sindaco, assessori, consiglieri comunali e segretari dei partiti della coalizione, in vista del voto sulle linee programmatiche in consiglio comunale il 25 settembre. Farello dice che ”come Pd abbiamo chiesto degli incontri per consolidare la maggioranza. Certo guardando i fatti, tra giugno e luglio l’Idv ha votato contro bilancio, è stata in dissenso sull’Imu e sulla delibera sul trasporto pubblico Amt. Del resto non è un mistero che parliamo con l’Udc che è in maggioranza in Regione Liguria, ma non c’è nessuna trattativa ufficiale, per cui la maggioranza è quella votata dagli elettori e c’è l’Italia dei valori. Nessuno di noi pensa a una permuta con l’Udc. Ma se qualche forza politica vuole aderire al programma della maggioranza, valuteremo”.

Certo il Pd deve fare i conti con una composizione di governo diversa dalle giunte Vincenzi e Pericu. Doria, pur indebolito dalla mancata vittoria al primo turno per la fronda di una parte del Pd, è riuscito dopo il ballottaggio a formare una giunta con una certa libertà: su undici assessori ne ha piazzati tre targati Pd più due vicini al partito, un Sel e uno vicino a Sel, uno della sua giunta civica Per Marco Doria e tre tecnici. Anche in consiglio comunale non c’è più una maggioranza bolscevica come un tempo: ci sono sì dodici Pd e due Sel, la lista Doria ne ha eletti cinque, la Federazione della sinistra uno, per di più il Movimento 5stelle ha cinque consiglieri che sono molto vicini a posizioni ambientaliste che accomunano anche parte della sinistra, quindi certe scelte potrebbero non passare.

Ultimo schiaffo: il capogruppo grillino Paolo Putti ha declinato l’invito per un dibattito alla festa democratica al Porto Antico. Ma il gran mal di pancia sono i tre Idv che votano spesso e volentieri contro la maggioranza alla quale appartengono. Così il Pd ha fatto due conti e vuole vederci chiaro. La sinistra in maggioranza è già in fibrillazione: ”La richiesta di settori del Pd al sindaco di Genova Marco Doria di sostituire l’Idv con l’Udc nella maggioranza di Tursi destabilizza l’accordo politico, che aveva consentito la sconfitta della destra (compresa il partito di Casini) e del candidato grillino – commenta Antonio Bruno della Federazione della sinistra – E’ chiaro che, in questo caso, non resta che passare formalmente all’opposizione, lasciando ai consiglieri della lista Doria (un mix di movimenti e comitati territoriali) e a Sel il compito di far cadere la giunta e andare alle elezioni, oppure chinare la testa e rimanere a fare la ruota di scorta alla nuova maggioranza centrista. In questi giorni si sta giocando una partita importante”. 

In ballo ci sono scelte fondamentali, prima di tutto le grandi opere come la Gronda e il Terzo Valico. La Gronda è una variante autostradale tra Arenzano e la Valpolcevera approvata dalla precedente giunta Vincenzi. Doria ha già detto in campagna elettorale che non è favorevole. Sulla sua linea si è espressa anche una recente mozione antigronda firmata dai grillini, due Sel, il FdS e tre consiglieri della lista Doria. La Gronda prevede scavi per 11 milioni di metri cubi, 25 tunnel e 33 chilometri costano oltre 3 miliardi di euro, per di più secondo alcuni calcoli la variante sarebbe sotto-utilizzata perchè l’80 per cento del traffico sull’A10 è diretto in città. L’altra grande opera è il Terzo Valico. Gli ambientalisti e i 5 stelle in consiglio comunale non la vogliono. I cantieri sono già aperti sia a Sampierdarena che in Valle Scrivia grazie a una seconda tranche di un miliardo e duecento milioni di euro stanziati dal Cipe alla fine dello scorso anno, ma il costo complessivo supera i 5 miliardi di euro. Così tra Ronco, Arquata e Busalla, è nato un comitato No-Tav ligure che ha organizzato per venerdì e sabato una festa a Serravalle con dibattiti insieme a quelli della Val di Susa.

Sul tavolo di Doria ci sono altre problematiche: l’azienda dei trasporti Amt è in crisi, ha eroso 5 milioni di euro del Comune in tre mesi e deve trovare 21 milioni di euro prima di Natale altrimenti fallisce. Infatti la mozione su Amt votata in consiglio comunale a luglio e osteggiata dall’Idv, contempla anche l’ipotesi della privatizzazione. Poi c’è la nascita della Città metropolitana dopo l’abolizione della Provincia. Insomma come ha detto Lunardon: ”Non si può nascondere la testa sotto la sabbia, i problemi vanno affrontati subito”.