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Strage in Siria: morti 25 bambini. Erdogan: “regime siriano è uno stato terrorista”

Bilancio complessivo provvisorio di almeno 115 morti. Dall'Egitto Morsi invita Bashar al-Assad al cambiamento. Stati Uniti "delusi" dal veto di Russia e Cina all'intervento del Consiglio di Sicurezza. Ma la Cina replica: nessun intervento armato esterno

Strage in Siria. E questa volta colpisce 25 bambini, con un bilancio provvisorio complessivo di almeno 115 morti di cui 45 vittime di vere e proprie esecuzioni sommarie.  Ma le cifre continuano ad aumentare secondo quanto riportano i comitati di coordinamento locale anti-regime. Per il gruppo di opposizione, gran parte delle vittime si registrano ad Aleppo, dove le forze fedeli a Bashar al-Assad conducono una feroce offensiva. Notizia confermata dalla Lega siriana per i diritti umani, che parla di “massacro” ad Aleppo e nella sua provincia, sostendo che la maggioranza delle vittime sono minori. Il massacro sarebbe stato eseguito con un raid dell’esercito condotto tra la notte e le prime ore dell’alba contro alcune aree residenziali della provincia di Aleppo, alcune delle quali sarebbero state completamente distrutte. Il corrispondente della Cnn ad Aleppo conferma il bombardamento aereo sulla città e ha documentato in un video la strage di bambini: 9 di loro, tra i 4 e gli 11 anni, sono morti quando le bombe hanno distrutto una abitazione nel quartiere al-Sharaa. I comitati locali parlano di altri 7 bimbi uccisi nel quartiere di Marjeh.

Durissime le reazioni del primo ministro turco Tayyip Erdogan che ha riconosciuto il “regime” di Bashar al-Assad uno “stato terrorista” affermando che “i massacri in Siria prendono forza dall’indifferenza della comunità internazionale e continuano ad aumentare”.

Anche dal mondo arabo la voce dei Mohamed Morsi ha lanciato un invito a Bashar al-Assad a lasciare il potere per mettere fine alle violenze in Siria. “E’ il momento di cambiare”, ha affermato intervenendo al Cairo a una riunione dei ministri degli Esteri della Lega araba. Morsi ha messo in guardia il regime di Damasco dal “fare il passo giusto nel momento sbagliato, perchè sarebbe il passo sbagliato”. Il presidente egiziano ha anche sferzato gli altri Paesi arabi, affermando che “il sangue siriano che scorre giorno e notte è una nostra responsabilita’”. Da qui, l’invito ai “ministri degli Esteri arabi a lavorare intensamente per trovare una soluzione urgente alla tragedia in Siria”. Morsi si era già scagliato contro il regime siriano al vertice del Movimento dei Non Allineati a Teheran, la settimana scorsa, provocando la dura reazione della delegazione di Damasco che aveva abbandonato la sala. In quell’occasione, il presidente egiziano aveva invocato la destituzione di Assad affermando che il suo e’ un “regime oppressivo che ha perso la legittimità” al-Assad a lasciare il potere per mettere fine alle violenze in Siria.

E gli Stati Uniti si dichiarano “delusi” dall’azione di veto opposto da Russia e Cina al ricorso del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il regime siriano. Hillary Clinton ha commentato così il veto che Pechino e Mosca hanno applicato all’eventualità di adottare risoluzioni più aspre per porre fine alle violenze in Siria. A seguito di colloqui col ministro degli Esteri cinesi, Yang Jiechi, il segretario di Stato americano ha dichiarato che la diplomazia dei due Paesi “sta discutendo su nuovi possibili modi” per fermare le violenze in Siria. Tuttavia, per la Clinton, “la miglior linea di azione è tenere unito il Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. Ma la Cina continua a difendere la sua imparzialità rispetto alla crisi siriana, e resta contraria a un intervento armato esterno per mettere fine al conflitto. “Lasciatemi sottolineare che la Cina non è dalla parte di un individuo o di un partito”, ha detto il capo della diplomazia cinese durante la conferenza stampa con il Segretario di Stato Usa. Il leader del Cremlino Vladimir Putin ha criticato la politica occidentale di sostegno all’opposizione siriana facendo un paragone con detenuti della prigione Usa a Guantanamo: “allora bisogna aprire le porte di Guantanamo e inviare tutti i prigionieri da Guantanamo in Siria, che si battano, è esattamente lo stesso tipo di gente”, ha detto in una intervista alla tv filo Cremlino in inglese Russia Today.