Il ministro promette "assistenza" del governo nella ricerca di un nuovo impiego, ma non il mantenimento dell'attuale. Notte con freddo e pioggia per i lavoratori saliti in cima al silos, soccorso uno di loro, cardiopatico. L'interesse di ieri della Glencore non convince
La protesta dei due lavoratori saliti sul silos a 70 metri di altezza si fa sempre più difficile. Uno dei tre operai, che ieri è stato ripreso dalle telecamere mentre scavalcava la ringhiera di protezione del silos, è cardiopatico e ha accusato un malore. È stato necessario l’intervento del medico, salito sulla torre. Si sta valutando se farlo scendere subito o fare il tracciato sul tetto. “L’operaio ha problemi cardiaci e fargli fare 70 metri di scale a piedi può essere pericoloso”, ha spiegato il medico. “Sono stanchi e due di loro non stanno bene”, ha riferito Massimo Cara della Rsu. “Pensiamo di mandare su un medico per farli visitare, ma c’è un problema perchè il medico dovrebbe andare a 70 metri – ha spiegato Cara ai giornalisti – e quindi stiamo valutando. In ogni caso oggi abbiamo dato loro latte e paste”.
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero a margine della conferenza “Jobs 4 Europe” a Bruxelles ha affermato di essere “vicina a questi lavoratori che rischiano di perdere il lavoro” anche se “sarebbe sbagliato dire che noi garantiremo i vostri posti di lavoro”. Ha ricordato poi che “tutta la riforma è finalizzata non a garantire un singolo posto di lavoro ma l’occupabilità dei lavoratori: è onesto dire che noi assistiamo i lavoratori anche nella loro eventuale ricerca di altre occupazioni. Questo tema è molto delicato, ma la difesa dei singoli posti di lavoro ha portato in passato a gravi sprechi di risorse. Questo è quello che dobbiamo evitare perché non è nell’interesse dei lavoratori a cui questo governo comunque tiene”.
Le notizie diffuse ieri, dell’interesse di Glencore e della statunitense Klesch all’acquisto dello stabilimento dalla multinazionale americana, non hanno convinto gli operai a cessare la disperata protesta. “Ci confortano soltanto”, commenta Cara, “perchè sembrano smentire le dichiarazioni del ministro Passera”. Mentre proseguono le operazioni di fermata della fabbrica di alluminio primario, l’unica in Italia, i lavoratori – secondo quanto riferiscono fonti sindacali – attendono gli esiti di un incontro a Roma fra Glencore e Alcoa nella sede della Regione. “Naturalmente chiediamo risposte – ha detto Franco Bardi della Fiom Cgil – perché ci sono manifestazioni di interesse condizionate”. Intanto questa mattina le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil si riuniranno per i problemi dell’industria sarda.