E' l'idea venuta un anno fa a Francesco Pasotti, 27 anni, bolognese, sportivo per passione, una laurea in Economia per il futuro: "Al momento autofinanziamo il nostro progetto – spiega l'amministratore delegato della società - 'Investiamo sui giovani', in Italia, purtroppo è solo uno slogan"
“Allenarsi da soli è difficile e non è divertente”. Che si tratti di una semplice corsa al parco o di una gara di Dragon Boat, i compagni è più semplice cercarli in Rete. E’ l’idea venuta un anno fa a Francesco Pasotti, 27 anni, bolognese, sportivo per passione, una laurea in Economia per il futuro. Insieme a due soci e a un gruppo di programmatori di Rimini ha creato Crank up, social network sportivo on line da dicembre dello scorso anno. Un luogo virtuale dove scambiarsi informazioni, consigli, ma soprattutto darsi appuntamento per allenamenti in compagnia. “Sono un appassionato di sport e viaggiavo spesso per lavoro – racconta Pasotti – Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto trovare dei compagni quando mi muovevo”. Così è nato il luogo di incontro virtuale per turisti, studenti fuori sede che vogliono allargare il loro giro di amicizie o, semplicemente, per chi gli amici li ha già ma pigri. Un’idea che ha già incontrato l’interesse degli utenti e delle società sportive di varie città italiane, ma che ha bisogno di investitori. “Al momento autofinanziamo il nostro progetto – spiega Pasotti, amministratore delegato della società creata a febbraio – “Investiamo sui giovani”, in Italia, purtroppo è solo uno slogan”.
Loro intanto ci hanno creduto. E sviluppato una piattaforma semplice, che prende il meglio dai più famosi social network: Facebook e Twitter. Per iniziare a “darci dentro» – traduzione di Crank up – ci si registra e si crea il proprio profilo da sportivo. Quali discipline si praticano, quanto spesso e con quale livello di preparazione: tutte le informazioni che potrebbero interessare ai potenziali compagni di corsa o tennis. Volta per volta, basterà indicare la città, il luogo e l’orario di incontro per essere contatti dagli altri utenti interessati. Utile, suggeriscono i creatori, segnalare anche un minimo e un massimo di partecipanti ricercati: per evitare che una partita due contro due diventi un torneo di tre giorni. Lo stesso si potrà fare al contrario: creando una lista di sportivi da seguire, come su Twitter, per rimanere aggiornati sulle loro proposte e partecipare ai loro allenamenti. Come su Facebook, invece, sul proprio profilo è possibile condividere video, foto e commenti degli appuntamenti sportivi. Ma anche chiedere e ricevere consigli sui propri allenamenti.
Le adesioni verranno comunicate via email, oppure con un sms o una chiamata sul cellulare. Nulla di vincolante, ma “Crank-up punta sull’amore per lo sport e lo spirito sportivo che caratterizza ognuno dei membri del social”, si legge sul sito: per gli atleti della domenica, quelli che al lunedì si sono già pentiti bidonando gli altri utenti, è prevista una sorta di segnalazione negativa. Gli iscritti possono entrare in contatto sia con privati appassionati che con aziende. Società sportive – e non solo – a cui è dedicata la sezione eventi: per segnalare gare o corsi specifici. Con circa 1500 iscritti, sono già più di 650 gli sport che è possibile praticare in compagnia. Un elenco in crescita grazie soprattutto alle segnalazioni dei membri. “Ci piacerebbe diventare un punto di riferimento per gli sport meno noti. E per quelli, come tiro alla corda e tamburelli, che tutti conoscono ma che nessuno cita mai”.
La disciplina più strana segnalata dagli utenti? “A me ha colpito Dragon Boat“, sorride Pasotti. Molto in voga negli Stati Uniti, è simile al più comune canottaggio ma con le imbarcazioni a forma di dragone. Presenti sul social network, però, anche gli amanti di discipline più tradizionali come le arti marziali o la pesca. Stessa varietà dei partner del sito: dalla federazione italiana fitness a quella di pole dance acrobatica – la disciplina sportiva che somiglia alla lap dance e invece è un misto tra ginnastica e danza -, dai centri sportivi universitari di diverse città italiane a Radio Deejay. “Nella speranza – conclude Pasotti – che dagli eventi e le parole si passi concretamente ai finanziamenti per le attività dei giovani”.