Due bonifici. Entrambi dal conto corrente di Silvio Berlusconi su quello di Stefano Previti, figlio di Cesare. Uno di dieci milioni di euro, l’altro di un milione; il primo datato 27 luglio 2005, l’altro il 19 dicembre 2007. E tutti e due non registrati nell’archivio informatico dell’istituto di credito che li riceve, la Banca Arner di Milano. Documenti con nessuna rilevanza giudiziaria, ma comunque inseriti nella relazione del consulente tecnico della Procura milanese nell’ambito dell’indagine su quanto accadeva alla Arner, i cui dirigenti a luglio scorso sono stati rinviati a giudizio per aver ostacolato l’autorità di vigilanza e per aver violato il Testo unico bancario. I due prestiti, stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, sono stati definiti ‘sospetti’ dall’Uif e depositati agli atti dell’inchiesta Arner.
Non solo. Nelle carte dei pm è stata anche tracciata la ‘storia successiva’ dei due bonifici, con la metà dei dieci milioni versati da Berlusconi a Previti junior girati qualche mese dopo da quest’ultimo a Silvana Pompili, moglie di Cesare Previti. Tutti movimenti che cadono a cavallo tra la condanna subita da Previti senior nel processo Imi-Sir per la corruzione del giudice Metta e quella nell’Appello del procedimento Sme per la corruzione del giudice Squillante (sentenza poi annullata in Cassazione per incompetenza territoriale e poi prescritta a Perugia). Sotto la lente degli investigatori, inoltre, anche il conto personale della signora Previti, che tra il 2008 e il 2009 ha fatto registrare entrate per 7000mila euro da Stefano Previti in 22 bonifici con causale ‘regalia’ e uscite per 688mila euro in 200 assegni bancari di taglio inferiore ai 10mila e 5mila euro, quindi “inferiori al limite di registrazione”. Tutti assegni incassati in contanti da Rita Passaro e Marco Iannilli, rispettivamente segretaria di Cesare Previti e impiegato del suo studio legale.
A prescindere dalle ripercussioni giudiziarie (che al momento non ci sono e a quanto pare non ce ne saranno), resta da sottolineare il fatto che a beneficiare della magnanimità di Silvio Berlusconi non siano stati solo Marcello Dell’Utri e le ragazze di via Olgettina, ma anche Cesare Previti e la sua famiglia. Perché agli amici non si dice mai di no.