“Raffaele è contento” cantava Bennato in Venderò. E Raffaele Cattaneo, assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, pare in effetti proprio contento quando, inquadrato dalle telecamere del Fatto e con sicumera pari alla scarsa conoscenza della materia, assicura che, al Consiglio di Stato, non ci saranno stavolta problemi per il quarto binario tra Rho e Parabiago e che la sentenza del Tar verrà ribaltata.

“Il primo round l’hanno vinto i cittadini” dichiara infatti sorridendo Cattaneo, per aggiungere un “vedremo come finirà la partita”.

Da dove gli giunga tutta questa fiducia, non è dato di saperlo. O forse sì.

Raffaele Cattaneo, laureato alla Cattolica in economia, fedelissimo di Formigoni e Cl dichiarato, sta in Regione dal 1995, cioè dall’inizio del sultanato celeste, dopo l’indispensabile apprendistato con la Dc: basterebbe già questo per identificarlo nel prototipo di politico che affolla istituzioni locali e nazionali.

Ma, giusto per non farsi mancare nulla e come anticipato, l’assessore cerca di farsi strada anche nella schiera dei politici che parlano per sentito dire, senza cognizione di causa. In perfetta linea con la facilità con la quale è emerso, sfoggia una certa sicurezza nel trascurare la sostanza.

Se il tribunale infatti constata come sia illogico modificare, senza un’ulteriore valutazione di impatto ambientale, il progetto preliminare passando dall’aggiunta di un solo binario ad un tracciato a quattro binari, il nostro aggiunge, seraficamente e con sprezzo del ridicolo, che il particolare risulta del tutto irrilevante e che dunque “l’unica differenza è che si deve prevedere un binario in più”. Grazie assessore, noi non ci avevamo pensato.

Ma c’è di più. Cattaneo e la Regione Lombardia difendono il progetto partendo sempre da un’argomentazione: l’Expo. Ora, non si pretende che gli amministratori pubblici conoscano nel dettaglio progetti e appalti, ma che almeno a grandi linee sappiano di che cosa si parla. Expo non è citato né nei progetti né negli appalti. Anzi, se andiamo a controllare i termini di esecuzione nell’appalto leggiamo che vengono previsti 180 giorni (consecutivi), dalla consegna delle prestazioni, per la redazione del progetto esecutivo, e 1.464 dalla consegna dei lavori, per l’ultimazione. Cioè quattro anni e mezzo. Ecco, supponendo pure che le valutazioni dei partecipanti alla gara d’appalto fossero state fatte in un giorno solo, i lavori sarebbero terminati solo nel febbraio 2016: un po’ tardi per Expo, che si terrà da maggio a ottobre del 2015.

Con che credibilità la Regione Lombardia ricorre al Consiglio di Stato, se, nella persona del suo assessore alle infrastrutture, mostra così poca conoscenza di ciò che vuole difendere? E per quali motivi quest’opera è tanto importante e la Regione (o coloro che la amministrano) ci tiene così tanto? Vale davvero i 727,7 milioni di euro stanziati per l’intera opera da Rho a Gallarate (di cui 401,8 destinati agli 8 km di quadruplicamento da Rho a Parabiago)?

Gradite risposte, se possibile dopo una più accurata analisi della situazione. Perché, caro Cattaneo, a fare gli assessori così, siam capaci tutti.

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