E' quanto sostiene Nathalie Naim, consigliere del I Municipio capitolino, secondo cui per la kermesse mancavano la concessione del nulla osta per l'impatto acustico e autorizzazione per “pubblico spettacolo”
“Roma ce la farà” recitava lo slogan della festa dell’Unità capitolina, kermesse del Partito democratico che quest’anno ha avuto come mood costante il tema della legalità. Ma sembra che la manifestazione stessa fosse illegale per vari motivi. Dalle carte del Campidoglio emergono due aspetti su tutti: la mancata concessione del nulla osta per l’impatto acustico e l’assenza di autorizzazione per “pubblico spettacolo”. Eppure dal 19 giugno al 29 luglio, la sera fino a tarda notte, si sono svolti concerti, spettacoli e dj sets vari come se nulla fosse, tra i vari palchi della kermesse, due dei quali intitolati a Falcone e Borsellino, in nome proprio del tema legalità.
“Ho fatto richiesta di accesso agli atti – spiega Nathalie Naim, consigliere del I Municipio – a seguito di numerosi esposti già presentati lo scorso anno da parte dei residenti della zona. Dalle carte risulta in modo evidente come la festa dell’Unità sia per alcuni aspetti illegale. Ho chiesto persino di verificare se fosse stata stipulata l’assicurazione per danni a terzi, che rientra fra le condizioni per ottenere la concessione, ma il gabinetto del sindaco, a cui ho fatto formale richiesta e che poi ho sollecitato per telefono, mi ha riferito che non risulta essere stata fatta. Il tutto ad un costo irrisorio. Al momento, per la concessione, il Pd ha pagato 40 centesimi al metro quadro al mese: spazi subaffittati in seguito. Queste cifre ‘esorbitanti’ tra l’altro – prosegue Naim – è stato deciso di pagarle in cinque comode rate, anche se non si potrebbe per regolamento, e a me hanno consegnato solamente due ricevute delle cinque pattuite. Che fine hanno fatto le altre? Sono state pagate le altre tre rate? Sempre secondo il regolamento la concessione non può essere ottenuta senza prima versare l’intero importo altrimenti l’occupazione è abusiva”.
Né gli esposti inoltrati al Comune (con complessive 300 firme) né le irregolarità evidenziate e certificate, hanno sortito alcun effetto e la manifestazione del Partito democratico continua a svolgersi regolarmente ogni anno, in un’area, tra l’altro, vincolata dal punto di vista paesaggistico e archeologico: parliamo di un luogo circondato da Colosseo, Circo Massimo e Terme di Caracalla. La Polizia locale tra l’altro, a seguito degli esposti del 2011, ha accertato irregolarità e violazioni penali per le quali ha proceduto inviando notizia di reato alla magistratura.
Tra i vari esposti è particolarmente significativo quello presentato al I Municipio dall’istituto scolastico San Sisto Vecchio situato in prossimità dell’area interessata. Numerosi i disagi elencati a danno degli operatori scolastici e dei bambini. La difficoltà di “accesso alla scuola dei genitori che accompagnano i minori in quanto la circolazione è chiusa con transenne”, problemi di “uscita e entrata del pulmino della scuola”, la “variazione dei servizi urbani della linea che permette agli studenti di arrivare a scuola”, la “presenza di numerosi cassoni dei rifiuti situati davanti al cancello d’ingresso della scuola”, “scarsa pulizia dei dintorni e musica ad alto volume che non fa dormire una sessantina di religiosi di un convento adiacente alla struttura scolastica”. La festa dell’Unità sembra aver sfiorato anche le relazioni internazionali tra Italia ed Irlanda. “Il dipartimento Tutela ambiente del Comune – spiega Naim – mi ha detto che uno degli esposti presentati lo scorso anno è proprio dell’ambasciata irlandese, che aveva la sede lì da circa 50 anni”. L’ambasciatore ora si è trasferito, come ci è stato confermato anche da un funzionario.
“Al di là dell’aspetto illegalità – rimarca il consigliere del I Municipio – io vorrei capire anche l’aspetto economico finanziario della festa. Il concessionario Partito democratico paga 40 centesimi a metro quadro poi subaffitta a ben 72 attività commerciali in uno spazio di circa 10mila metri quadri. Una concentrazione molto alta, basti pensare che per tutto il lungotevere di pertinenza del I Municipio, anche se la competenza ricade principalmente su Regione e Comune, erano presenti per l’Estate romana, 96 attività commerciali, non inserite certo all’interno di una festa di partito. Quanti soldi ha guadagnato il Pd con queste subconcessioni non è dato saperlo”.
“Tra l’altro c’è anche un altro aspetto curioso. Anche se avessero ottenuto il nulla osta impatto acustico, non avrebbero potuto comunque fare concerti o simili – spiega ancora Nathalie Naim – perché non è possibile svolgere alcuna riproduzione musicale mentre si svolgono attività del Teatro dell’Opera, prove comprese. Attività che, come i romani sanno, vengono svolte l’estate alle Terme di Caracalla di fronte alla festa dell’Unità”.
Una serie di inadempienze e irregolarità alle quali si aggiunge un interrogativo grosso come una casa. Come per l’Estate romana sul lungotevere, sembra che anche qui le subconcessioni non siano permesse, o quantomeno non abbiano vita facile. All’articolo 7 del regolamento comunale in materia di “occupazione suolo pubblico” si vietano espressamente le subconcessioni salvo un paio di casi. Le attività commerciali della festa dell’Unità potrebbero rientrare nella seguente eccezione: “variazione della titolarità o della gestione di un’attività commerciale o economica, sempre che l’occupazione strumentale concessa rimanga inalterata”. Un linguaggio burocratese che dice tutto e niente. Resta però il dato di fondo, ben 72 attività commerciali in subconcessione in circa 10mila metri quadri.
Alla richiesta di delucidazioni in merito alle questioni poste ha risposto Micaela Campana, responsabile organizzativa della festa: “Per l’impatto acustico c’è una discussione in corso poiché la domanda fatta da noi è stata archiviata. Il parere che abbiamo 6per il pubblico spettacolo è favorevole”.