“Non tra due o trecento, ma fra un milione di anni la vita resterà sempre la stessa. Seguiterà il suo cammino secondo leggi immutabili e che per noi sono e saranno un mistero. Gli uccelli migratori, le gru, per esempio, volano, volano… Le loro teste potranno ospitare i pensieri più alti, più ignobili, eppure esse continueranno sempre a volare, senza sapere dove o perché. Volano e voleranno sempre, checchè ne pensino i loro filosofi. Filosofate pure, ma volate”.
E le gru continuano a volare, a dispetto di tutto e di tutti, anche se neppure Cechov avrebbe potuto immaginare come avrebbero volato nell’anno 2012.
Ieri, alla riserva naturale di Kushavet, nella penisola di Yamal, le gru non erano troppo convinte: una ventina di giovani esemplari siberiani, allevati in cattività e a rischio estinzione, non erano in grado di trovare la rotta verso il Sud senza un pennuto più esperto che facesse da guida, Per loro, gli ornitologi hanno organizzato un “Volo della Speranza” guidato da falsi pennuti a bordo di deltaplani a motore.
“Per le gru la guida adulta, il genitore, è un uomo intabarrato in un ampio abito bianco” ha spiegato alla radio russa Yuri Markin, direttore della riserva dove sono cresciute le gru: “loro non ricordano una persona in particolare. Ricordano l’abito bianco e il cappuccio, o il casco bianco, e poi uno speciale becco che va fissato sulla testa” .
Un’occasione ghiotta per il leader russo, un po’ ammaccato dopo le contestazioni culminate nel processo alle Pussy Riot: Il regno animale è vario e vasto e, se i mammiferi deludono, meglio cercare di riaffermare la propria leadership con gli uccelli, deve aver pensato Putin, annunciando la sua intenzione di guidare il deltaplano travestito da piccolo-padre-gru.
Ribattendo implicitamente a un recente rapporto pubblicato dall’avversario Nemtsov, che lo ha presentato ai compatrioti come uno scroccone a causa dei fringe benefit di cui gode, Putin ha deciso di acquistare a sue spese un apparecchio che sarà regalato agli ornitologi, e ieri, circondato da un gruppetto di uccelli sospettosi, avvolto nell’ampia tuta bianca, indossati il casco candido e gli occhialoni neri, dopo aver invitato a bordo un pilota esperto, ha preso il volo riuscendo a rimorchiare un esemplare di gru, che, poco dopo, ha tuttavia preferito cambiare strada.
E’ andata meglio al secondo tentativo: in un primo momento cinque gru gli hanno dato fiducia e si sono accodate al deltaplano presidenziale ma, nel giro di poco, sono rimaste solo due superstiti, mentre le altre tre, forse disgustate da un genitore senza becco, che Putin, per motivi ignoti ma intuibili, non aveva fissato alla testa, si sono dileguate.
I rapporti tra Putin e le gru siberiane sembrano segnati dalla diffidenza e in Russia oggi circolavano in rete vignette maligne. Una ritrae Putin che, infilate sulle braccia due ali di cartone, si rivolge ad alcune gru, che lo guardano un po’ seccate, dicendo:“Definiamo subito i vari ruoli. Io sarò la Gru-Alfa!”. In un’altra Putin ne arringa alcune promettendo: “Io vi salverò”, mentre una di loro bofonchia: “Forse è meglio se mi estinguo”.