Una serie di attacchi ha insanguinato l’avvio delle commemorazioni in Afghanistan per l’undicesimo anniversario della morte di Ahmad Shah Massud, il leggendario capo della guerriglia contro i sovietici e i talebani. L’attentato più grave ha preso di mira la base Camp Eggers, quartier generale della Nato a Kabul, dove un kamikaze alla guida di una moto-bomba si è fatto saltare in aria vicino all’ingresso uccidendo quattro civili e ferendone altri due. Sul posto la scena – riferiscono – è terribile: sulla strada resti umani, sangue, pacchetti di gomme e piccoli gingilli dei ragazzini ambulanti.
Uno dei due attentatori, quello in bicicletta, aveva appena 14 anni. Secondo fonti della Nato e della sicurezza locale spiegando che l’attentatore che indossava un giubbotto imbottito di esplosivo si è spinto fino a ridosso del quartier generale Isaf prima di farsi esplodere.
Altri due attacchi sono avvenuti nel sud. A Tirin Kot, capitale della provincia dell’Uruzgan, due anziani capi-tribù sono rimasti uccisi nell’esplosione di una bomba davanti a una delle loro abitazioni. Una bomba collocata sul ciglio della strada nel distretto di Nahri Sarraj, nella provincia di Helmand, ha ucciso due donne e ferito altre due persone.
La nuova offensiva arriva dopo che è stato confermato che il ritiro delle truppe straniere di rinforzo schierate per lo più nel sud procede a pieno ritmo, con 77mila militari Usa e 40mila di altri Paesi che hanno già lasciato l’Afghanistan. Massud, soprannominato “il leone del Panshir”, fu ucciso dai talebani il 9 settembre 2001 e le forze di sicurezza afghane erano già in stato di massima allerta per il timore di attacchi legati alla ricorrenza.
I talebani hanno rivendicato l’attacco sostenendo che l’obiettivo erano “uffici in cui la Cia recluta afghani per spiare”. Si è trattato del più sanguinoso attentato a Kabul dal 22 giugno, quando i talebani assaltarono un hotel in riva al lago uccidendo 18 persone.