Il vicesegretario del partito in una lettera al Corriere della Sera spiega che le consultazioni per la scelta del leader sono "per la prima volta davvero contendibili e incerte". Inoltre rappresentano un'opportunità per Bersani e per Renzi: così "può dimostrare che oltre al furore della pars destruens, esiste una par construens"
Le primarie del partito democratico sono “la nostra reazione all’antipolitica”, “una scelta non obbligata dallo Statuto che dischiude formidabili occasioni di rigenerazione” e che darà “forza e legittimazione, con una rinnovata simbiosi con gli italiani”. E per la prima volta nella storia del nostro Paese sono “realmente contendibili e incerte”. Enrico Letta, in una lettera pubblicata al Corriere della Sera, spiega che attraverso il “confronto libero” degli elettori, chiamati a scegliere il loro leader, il centrosinistra “rivitalizzerà la politica”.
La credibilità dei partiti infatti, secondo il vicesegretario del Pd, “sta toccando il punto più basso”. La politica infatti, “non solo è più debole” ma è “collassata sotto il peso delle sue adempienze”. Complice del declino del sistema politico è anche il Porcellum e il parlamento italiano che “a dispetto degli appelli di Napolitano non trova il coraggio di abolire la peggiore legge elettorale d’Europa“. Nella crisi conclamata dei partiti, prosegue il vicesegretario, “Grillo imperversa”. In particolare, “colma un vuoto, raccoglie lo scontento e lo fomenta, dà patenti morali di democraticità dal pulpito di un partito gestito da un padrone”. Parole che puntano dritte alle dichiarazioni fuori onda del consigliere 5 Stelle Giovanni Favia e trasmesse nel corso di Piazzapulita.
Secondo Letta, infine, “il potere non lo si raccatta perché qualcuno lo perde per strada” ma “lo si conquista con un progetto”. La via “più faticosa” che attraverso le primarie offrirà tre importanti opportunità alla politica. La prima è di “riprendersi il ruolo che le spetta, raccogliendo il testimone da Monti”, la seconda è per Bersani stesso (“daranno nuova simbiosi con gli italiani”) e la terza è per Renzi che, dopo avere “dato prova di abilità comunicative e di leadership indubbie”, “ora può dimostrare che oltre al furore della pars destruens, esiste una par construens che è patrimonio, a mio parere, di tutto il Pd”. Considerazioni che si riferiscono al botta e risposta a distanza tra il sindaco di Firenze e Bersani degli ultimi giorni.