“Mi hanno operato al femore cinque mesi fa, ma dopo tre mesi sono già in gran forma”. Eccolo Pippo Baudo, classe 1936 da Sant’Agata di Militello (Catania), camminare ad ampie falcate sul palco della Festa Democratica di Reggio Emilia. Proprio come in quelle imitazioni televisive anni ottanta da Drive In: si muove, occupa lo spazio scenico, racconta sé stesso e la storia della televisione, la politica italiana e Beppe Grillo.
Quest’ultimo scoperto nel lontano 1977 al teatro off de La Bullona: “Andavo a caccia di talenti”, spiega il presentatore, “arrivo fuori dal locale e chiedo a un ragazzo coi capelli ricci: a che ora inizia? Questo mi guarda e mi dice ‘Se entri comincia subito’. Era Grillo e recitò solo per me. L’ho preso subito in Rai”.
Ed è un Baudo ecumenico e nazionalpopolare, quello che illustra ricette per una nuova televisione e che lo vedrà presto tornare all’eterno viale Mazzini per il programma Viaggio in Italia: “La tv sta male perché ha perso il contatto con la gente. Certo, non voglio una tv consolatoria perché il paese sta vivendo un momento di grande crisi. Semmai mi chiedo come sia possibile che in Italia, paese pieno di colline e montagne ci sia il digitale terrestre”. Ed è qui che si vedono 50 anni di carriera in pubblico a trascinare le folle, l’avvicinamento agli over 50 che affollano l’area dibattiti reggiana: “Ditemi se qualcuno di voi non ha mai avuto problemi con il decoder?” – e la folla subito accompagna con un ‘No’ prolungato il Pippo nazionale – “Maurizio Gasparri non mi ha mai sopportato ma io gliene ho dette quattro: per l’Italia bastava il satellite. Insomma: meno canali, ma più ricchezza di contenuti”.
Le domande del bravo presentatore della Festa Democratica si susseguono, dai libri da suggerire (“Gramellini e De Luca”) al rapporto con Roberto Benigni (“conosce bene i miei genitali”), dal futuro in tv con Annunziata e Santoro (“mi piacerebbe, non sono volgari”) alla popolarità acquisita anche tra i bambini di oggi (“non mi dovrebbero conoscere, ma sono come Anchise”). Anche se a Baudo preme aggiungere un po’ di cose in ordine sparso su Beppe Grillo: “Sta vivendo un evento superiore alle sue forze da amministrare che non immaginava fosse così. Non ha senso fermarsi alla cosiddetta violenza verbale che è metaforica, più populista che fascista. Semmai il Pd avvicini gli esponenti giovanili del Movimento 5 Stelle e dialoghi con loro. I dirigenti del nostro partito gli chiedano cosa vogliono, quali sono le loro richieste. Bene la competizione e la battaglia, ma gli steccati non vanno costruiti”.
E’ ora di tornare a registrare le puntate del nuovo programma. Nel parcheggio c’è il camper che lo sta portando in giro per l’Italia a costruire, regione dopo regione, ogni puntata. Un po’ come Matteo Renzi che con lo stesso mezzo di trasporto cerca di vincere le primarie: “Non le vincerà mai e lo sa. Usa toni eccessivi, ma ben vengano le primarie, io partecipo fin da quando finirono le schede in piazza Navona a Roma all’epoca della scelta di Prodi”.