Il 5 Settembre è stato approvato il Decreto Legge sulla Sanità firmato dal Ministro Renato Balduzzi che contiene importanti novità sul gaming finalizzate ad arginare il rischio di ludopatia, che il governo vorrebbe giustamente inserire nei livelli essenziali di assistenza.

In conferenza stampa alla presenza del presidente del consiglio Mario Monti sono stati spiegati gli obiettivi e le modalità di tali provvedimenti: “limitare la pubblicità dei giochi con vincite in denaro con particolare riguardo alla tutela dei minori, esplicitare le probabilità di vincita e il rischio di dipendenza dal gioco, vietare l’accesso dei minori alle sale ovvero alle aree destinate al gioco, effettuare controlli mirati per verificare il rispetto di norme a tutela dei minori, rivedere, limitatamente alle nuove concessioni, anche su indicazione dei Comuni la dislocazione di punti di raccolta del gioco evitando la prossimità a luoghi sensibili (scuole, università, nosocomi, luoghi di culto)”.

Tutto ciò è sicuramente lodevole e condivisibile ma quello che segue ha generato qualche perplessità: “Al fine di prevenire fenomeni di ludopatia sono vietate: le comunicazioni commerciali audiovisive e radiofoniche, dirette o indirette, che inducano all’acquisto di prodotti o alla partecipazione ad attività di gioco con vincita in denaro, quali lotterie, concorsi a premio, scommesse, sportive, new slot o ad attività anche online, comunque denominate finalizzate alla riscossione di somme di denaro, la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso (…)”.

In questo passaggio si parla prima di qualsiasi “attività di gioco con vincita in denaro”, il che includerebbe anche il poker, e poi di attività “la cui vincita sia determinata esclusivamente dal caso” (gioco d’azzardo), il che lo escluderebbe visto che il poker è considerato dalla legge italiana uno skill game, ovvero un gioco di abilità con una componente di fortuna. Ritengo giusto che lo stato si preoccupi di tutelare la salute dei cittadini in merito alla ludopatia legata al gioco d’azzardo ma allo stesso tempo credo che sarebbe corretto esulare il poker da tali restrizioni, visto che si tratta di un gioco di abilità. Mi auguro pertanto che sia fatta al più presto chiarezza nel rispetto dei giocatori e degli operatori del settore che, in tempo di crisi, danno lavoro a 120.000 persone.

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