Il governo ha sottoposto alla Troika il suo nuovo piano di austerità da 11,5 miliardi di euro, sebbene nel vertice di ieri i partiti della maggioranza non siano riusciti a trovare un'intesa sulle misure, che includono ulteriori tagli alla spesa sociale
Atene nella morsa dei creditori, da una parte e dell’esasperazione della popolazione dall’altra. Il governo greco ha sottoposto alla Troika il suo nuovo piano di austerità da 11,5 miliardi di euro, sebbene nel vertice di ieri i partiti della maggioranza non siano riusciti a trovare un’intesa sulle misure, che includono ulteriori tagli alla spesa sociale. Ad annunciarlo è il ministro delle Finanze, Yannis Stournaras, che, insieme al premier Antonis Samaras, ha incontrato oggi gli ispettori della Troika di creditori internazionali composta da Ue, Bce e Fmi, che resteranno per settimane ad Atene e dovranno infine decidere sul versamento di una vitale tranche da 31 miliardi del prestito concesso alla Grecia.
“Le misure sono difficili“, ha sottolineato Stournaras: “Stiamo cercando di convincere la Troika della correttezza delle nostre ragioni”. I tre ispettori, Matthias Mors per l’Ue, Klaus Masuch per la Bce e Poul Thomsen per il Fmi, sono giunti ad Atene la scorsa settimana per valutare i progressi del Paese nell’applicazione del piano di tagli e riforme concordato in cambio degli aiuti e, secondo fonti riservate, accompagneranno la delegazione greca all’Eurogruppo informale che si svolgerà venerdì prossimo a Nicosia. Le nuove misure conterrebbero nuovi tagli alle pensioni per 3,5 miliardi di euro, una riduzione di 1,47 miliardi dei fondi per la sanità e una correzione delle spese militari pari a 517 milioni. La nuova tornata di austerità avrebbe causato frizioni all’interno della maggioranza che sostiene l’esecutivo Samaras ma il leader dei socialisti del Pasok, Evangelos Venizelos, ha spiegato invece che la stesura del piano non è stata conclusa perche’ “la troika non ha accettato tutte le nostre proposte”.
Il governo greco sta infatti cercando di ottenere più tempo per poter applicare le misure. “Gli europei devono capire che il popolo greco non ce la fa più“, ha dichiarato Fotis Kouvelis, leader del partito socialdemocratico che ha votato la fiducia a Samaras insieme al Pasok e ai conservatori di Nea Demokratia. I tre partiti, che si sarebbero scontrati proprio sui tagli alla spesa sociale, cercheranno di ricomporre le divergenze in un nuovo incontro previsto per mercoledì prossimo. Le misure annunciate hanno però già suscitato nuove rimostranze da parte di un’opinione pubblica esasperata. L’ultima protesta risale a sabato scorso, un corteo di 12mila persone che hanno sfilato a Salonicco. “La resistenza di greci ha raggiunto il suo limite, abbiamo bisogno di una ripresa il prima possibile”, aveva avvertito Samaras venerdì in occasione del suo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, che da parte sua aveva ribadito che la Grecia deve mantenere le promesse se vuole ottenere ulteriori aiuti. Il premier ellenico, che il mese scorso ha incontrato anche il presidente francese Francois Hollande e il cancelliere tedesco Angela Merkel, domani volerà a Francoforte per incontrare il presidente della Bce, Mario Draghi, nella speranza di convincere l’Eurotower nel concedere più tempo ad Atene.