Il leader dell'Italia dei Valori attacca dal suo blog: "A che serve votare se la politica per i prossimi cinque anni deve restare quella attuale che ha prodotto solo povertà, disoccupazione e recessione?". E ancora: "Si può parlare ancora di democrazia quando sulle questioni più importanti i giochi sono già fatti e le decisioni già prese?"
“A che serve votare se la politica per i prossimi cinque anni deve restare quella del governo Monti, che ha prodotto solo povertà, disoccupazione e recessione? Non parliamo poi di che fine fanno anche le ultime parvenze di democrazia di fronte al tentativo oggettivamente eversivo di prefigurare una presidenza del Consiglio Monti anche per la prossima legislatura. Il tutto senza chiedere ai cittadini elettori se sono d’accordo o no, ma solo in base a un patto inconfessabile e a uno scambio di favori tra poteri forti”. Lo scrive sul suo blog il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un post in cui annuncia che “domani il comitato referendario ripresenterà in Cassazione i quesiti che noi dell’Italia dei Valori avevamo già presentato, da soli, in agosto”.
“I quesiti – spiega il presidente dell’Idv – sono gli stessi. Il fronte che li sostiene è diventato molto più ampio, con la presenza di diverse forze politiche e sociali, di intellettuali e giuristi a cui si aggiungeranno nei prossimi giorni altre firme e altre adesioni. Quella che verrà messa in campo domani – prosegue – non è solo un’alternativa alla politica economica e del lavoro del governo Monti, che su questo fronte ha proseguito quelle di Berlusconi, ma anche all’assassinio della democrazia che si sta perpetrando in questo Paese. Si può parlare ancora di democrazia quando, senza chiedere agli elettori che cosa ne pensano, si afferma che sulle questioni più importanti e che toccano più da vicino la vita delle persone i giochi sono già fatti e le decisioni già prese?”, chiede polemico Di Pietro. “La raccolta firme per i referendum rappresenta l’esatto contrario di questa democrazia da burletta. Infatti, permette ai cittadini di prendere la parola e di decidere su ciò che li riguarda, come la possibilità di essere reintegrati quando vengono licenziati senza giusta causa o di firmare contratti nazionali invece che accordi dettati dal diritto del più forte e dalla legge delle giungla. Restituisce al popolo quello che gli è stato sottratto. Questo – conclude – è quello per il quale noi dell’Italia dei Valori ci battiamo da sempre”.