Tutti abbiamo chiaro come funziona un conto in banca. Ci mettiamo dei soldi dentro e ci aspettiamo che ci renda qualcosa. Un po’ meno noto è che possiamo applicare lo stesso concetto anche a un impianto che produce energia. Per costruire l’impianto, ci vuole energia. Sperabilmente, l’impianto ce la renderà con gli interessi negli anni della sua vita operativa. Il rapporto fra l’energia ottenuta e l’energia spesa è la “resa energetica sull’investimento” (EROI o EROEI dalle iniziali in inglese).
L’EROEI è il vero “conto in banca dell’energia”. Così come vorreste che il vostro conto in banca vi renda il più possibile rispetto all’investimento, allo stesso modo vorreste che un impianto che produce energia ne produca il più possibile rispetto all’investimento energetico. E, ovviamente, se viene fuori che l’EROEI di un sistema è minore di uno allora ne consegue che l’impianto non produrrà mai energia utile. Si sta facendo strada l’idea che l’EROEI è il parametro chiave per valutare una tecnologia energetica.

Il concetto di EROEI è semplice, ma il suo calcolo richiede una procedura piuttosto complessa. Bisogna tener conto non solo del costo energetico di costruzione dell’impianto, ma anche di quello per manutenzionarlo, rifornirlo e poi smantellarlo alla fine del ciclo. Alcuni fattori sono difficili da valutare e i risultati possono essere diversi a seconda delle ipotesi di partenza. Ma una valutazione approssimata è sempre meglio di nessuna valutazione. Dalla figura, presa da un articolo recente (*) potete farvi un’idea sia del valore dell’EROEI di alcune tecnologie, sia dell’incertezza delle valutazioni.  

Troverete probabilmente una sorpresa il fatto che tecnologie rinnovabili come l’energia eolica e fotovoltaica sono alla pari (e fanno anche meglio) di un combustible fossile come il carbone. Non è sempre stato così; una volta i combustibili fossili vincevano alla grande. Per esempio, il grande successo del petrolio nel ventesimo secolo è stato dovuto al suo EROEI altissimo: intorno a 100. Pensate a un investimento in banca che vi rende cento volte la somma investita; niente male, vero? Ma le oggi cose sono cambiate.
I costi energetici necessari per tirar fuori petrolio robacce come le sabbie bituminose e gli scisti (“shales”) sono enormi e quindi la resa energetica si è molto abbassata. Secondo alcuni dati recenti (**) l’EROEI del petrolio è oggi fra 10 e 20 (o forse anche meno) e si trova quindi anche quella più o meno alla pari con le rinnovabili. E il nucleare? Qui ci sono forti incertezze, ma il valore dell’EROEI non è particolarmente alto.
Quindi, vedete che l’analisi dell’EROEI ci riserva notevoli sorprese, in particolare mette le rinnovabili alla pari con tecnologie molto più blasonate. Certo, non dobbiamo prendere l’EROEI come l’unico criterio per guidare le nostre scelte, ma se consideriamo i danni che ci stanno facendo i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) in termini di inquinamento e di cambiamento climatico, allora i dati sull’EROEI ci dicono che c’è una strada possibile per produrre energia pulita in modo efficiente e che possiamo percorrerla se ne abbiamo voglia.

(*) Ida Kubiszewski, Cutler J. Cleveland, Peter K. Endres, Meta-analysis of net energy return for wind power systems, Renewable Energy 35 (2010) 218–225

 (**) David J. Murphy and Charles A. S. Hall Year in review—EROI or energy return on (energy) invested Ann. N.Y. Acad. Sci. 1185 (2010) 102–118 c# 2010 New York Academy of Sciences.

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