“Con questa inchiesta abbiamo oltrepassato le colonne d’ercole del giudizio penale, ci siamo spinti fino ai limiti di quello che un processo penale può accertare. Per arrivare alla verità serve invece che tutti remino dalla stessa parte”. A dirlo è il sostituto procuratore di Palermo Antonio Ingroia, ospite alla festa del Fatto insieme ai magistrati Giancarlo Caselli e Nino Di Matteo. Stading ovation per il pool antimafia siciliano da parte dei pubblico, tutti sottoscrittori della petizione in sostengo della procura di Palermo che da alcuni mesi subisce continui attacchi mediatici e politici. All’ultima giornata della festa del giornale si è raggiunta la quota di 150mila firme. “Non è una strumentalizzazione, queste firme non sono contro qualcuno, ma a favore della democrazia e della legalità” afferma Ingroia, che aggiunge “noi non siamo mai stati contro il Quirinale, preferisco il premier Mario Monti quando parla di verità come unica ragion di Stato che di abusi da parte della magistratura”. I partiti e la politica come afferma Di Matteo non hanno fatto il salto di qualità nel voler svelare le torbide trame della trattativa Stato-mafia. Ma una novità secondo Ingroia è la commissione parlamentare guidata da Beppe Pisanu. “Alcuni elementi di questa inchiesta coincidono con le nostre indagini. Sembra che questa volta la politica non si voglia girare dall’altra parte”.