Glenda Garzetta ha 19 anni, studia terapia occupazionale ed è volontaria alla Croce Blu di San Prospero, un paese in provincia di Modena che è stato colpito dal terremoto. Nella doppia veste di sfollata e volontaria ha continuato a salire ogni giorno sull’ambulanza per dare una mano a chi ne ha bisogno. “È stato un periodo molto difficile, sono stati mesi micidiali – racconta – Però, facendo parte della Croce Blu da tre anni, avevo la responsabilità e l’obbligo di aiutare le altre persone”.
La sua casa ora è di nuovo agibile e lei è tornata a viverci insieme alla sua famiglia. “All’inizio abbiamo preso una tenda e l’abbiamo messa in un parchetto vicino a casa – racconta Glenda – I primi giorni abbiamo dormito in tenda, poi abbiamo comprato un container in cui dormire, io e i miei genitori, mentre di giorno mangiavamo in un gazebo”. Da luglio è di nuovo a casa, ma tornare alla normalità non è stato semplice. “Per far andare via la paura ci va del tempo”, dice. Anche la sede della Croce Blu era inagibile, ma i volontari hanno iniziato a fare turni più lunghi per coprire tutta la giornata. “Ho tolto tempo alla mia famiglia: tu hai il pensiero di aiutare altre persone, ma anche in casa ci sarebbe da fare”, spiega Glenda. Ma lo dice con semplicità, come se il contrario non fosse mai esistito.
La sua, insieme ad altre storie di terremoto, volontariato e ricostruzioni, è entrata a far parte di Shoot4Emilia, un progetto del network fotografico Shoot4Change. Il risultato è una serie di reportage fotografici che raccontano una terra e la sua popolazione, quello che si sta facendo e quello che resta da fare. Alessandra Fratoni è la fotografa che, insieme a Daniel Alvarez, ha scattato le foto. “C’era una storia da raccontare, quella della Croce Blu di San Prospero che era rimasta senza sede – spiega Alessandra – Abbiamo deciso di andare lì, conoscere i volontari e raccontare la loro storia nel contesto di quello che sta succedendo in Emilia. È una realtà molto piccola, con i volontari che sono eroi silenziosi di cui nessuno sa, ma che nel quotidiano danno una grossa mano alla loro comunità. Abbiamo pensato di raccontare alcuni di loro”.
Così sono nate le foto che ritraggono Glenda insieme al collega Massimo: due ragazzi che hanno indossato la divisa da volontari mentre il sisma colpiva anche le loro cose. Per Glenda è stata la casa, per Massimo l’attività di famiglia. Il reportage racconta la giornata sull’ambulanza di due persone normali che hanno deciso di rimboccarsi, fin dal primo giorno, le maniche, mettendo da parte le proprie necessità per comprendere quelle degli altri. E racconta i problemi della Croce Blu di San Prospero, con i volontari che continuano a fare assistenza mentre la loro sede, danneggiata dal sisma, è stata evacuata. Per il momento hanno trovato posto in una stanza del Centro giovani, che dividono con il Centro operativo comunale. “Ora stiamo facendo una raccolta fondi per creare la casa del volontariato“, dice il presidente Andrea Cavazzuti.
La Croce Blu di San Prospero fa parte di Anpas, associazione nazionale pubbliche assistenze. Le fotografie di Shoot4Change sono una luce accesa su questa piccola realtà che, nel cuore dell’Emilia, ha bisogno di aiuto per essere ricostruita, ma tiene duro grazie al coraggio e alla dedizione di Glenda, di Massimo e di tutti gli altri.