Succede a Vico Equense sulla costiera Sorrentina. L'impianto è fermo da un anno. Nel frattempo i liquami continuano a essere sversati al largo tramite una condotta sottomarina e senza pre-trattamento
Per costruire il depuratore che doveva salvare il mare della costiera sorrentina hanno distrutto verde e ulivi per fare spazio a una strada, necessaria per far passare i camion del trasporto dei fanghi di cantiere. Ma i lavori del depuratore sono fermi da quasi un anno. I liquami continuano a essere sversati al largo tramite una condotta sottomarina e senza pretrattamento. Basta che la griglia si intasi o si rompa, e il gioco delle correnti trasporta la melma maleodorante tra i bagnanti. Mentre la strada è praticamente finita ma è chiusa perché non hanno collegato l’ultimo tratto. Benvenuti allo scempio perfetto. Dell’ambiente e del denaro pubblico.
Accade a Vico Equense, in provincia di Napoli. E più precisamente a Punta Gradelle, avamposto degli incanti di Sorrento e dintorni. Qui dovrebbe sorgere un depuratore biologico nel quale far confluire le acque nere di cinque comuni la cui economia fonda principalmente sul turismo e sugli alberghi che stampano sulle brochure panorami di mare mozzafiato. Circa 66.000 i residenti complessivi, ai quali si aggiungono incursioni turistiche pari ad altri 39.000 abitanti e una quantità di impianti industriali e oleari tali da far dimensionare l’impianto di depurazione – secondo gli studi dell’impresa appaltatrice – su un fabbisogno di 137.000 abitanti totali.
Progettato dalla Sogesid su incarico del commissariato per l’emergenza rifiuti, il depuratore fu finanziato dall’Unione Europea con 77 milioni e 500.000 euro. I lavori sono iniziati nel 2007. Avrebbero dovuto essere ultimati da almeno un anno. Invece è stato realizzato il 44% del previsto. La relazione del direttore dei lavori è precisa sul punto. Finora sono stati liquidati 19 stati di avanzamento dei lavori, per un totale di poco più di 19 milioni di euro. Il consorzio di imprese che si è aggiudicato l’appalto da 40 milioni e 600.000 euro – sparse tra Ravenna, Parma, Milano, Quincinetto (Torino) e Napoli – vanta crediti milionari che non riesce a riscuotere. E il futuro del progetto non è roseo. Un’interrogazione parlamentare a firma dei deputati del Pd Luisa Bossa, Andrea Orlando e Salvatore Piccolo ipotizza uno slittamento dell’ultimazione alle calende greche del 2016. “Attualmente – scrivono – sono in giacenza 8 milioni di euro di macchinari ad alta tecnologia che non possono entrare in funzione; le case produttrici sollecitano il pagamento ma mancano gli interlocutori principali essendo scaduto il mandato del commissario di Governo senza che si sia proceduto né a proroga né a disposizione inerenti al passaggio di competenze; inoltre la Regione Campania da circa 1 anno non eroga le risorse previste e stanziate in accordo di programma quadro provenienti dal Ministero dello sviluppo economico”. Motivo? Ha sforato il patto di stabilità. Il piatto piange. I soldi non ci sono.
L’impianto di depurazione è iniziato sulle tubature della vecchia grande fogna di Vico Equense, tuttora in funzione, e si articola a 70 metri di profondità sotto la roccia, in un susseguirsi di tunnel che confluiscono nella grande vasca di depurazione e nella immensa galleria di scarico delle acque depurate. Con l’impianto terminato e funzionante, le acque sarebbero depurate a tal punto da poter diventare acqua di irrigazione ad uso agricolo. Chissà quanto tempo ci vorrà ancora.
Mentre invece è praticamente completata la ‘strada di cantiere’ che fu oggetto di scontro politico alle ultime amministrative di Vico Equense, stravinte dal fronte Pdl dei favorevoli, e straperse dal centrosinistra ha provato a osteggiarla in tutti i modi, insieme alle associazioni ambientaliste del territorio. In prima fila i Vas di Franco Cuomo, che invocano a gran voce il ripristino dello stato dei luoghi. Secondo la logica che nulla è più definitivo del provvisorio, la strada avrebbe dovuto essere smantellata al termine dei lavori del depuratore e quindi sopravviverà a lungo, forse per sempre. Per costruirla sono stati abbattuti filari di ulivi secolari e un centinaio di alberi di agrumi. Sacrificati in nome di un mare più pulito. Finora invano. “E’ una vicenda che grida vendetta, tra depuratore incompiuto e quella orrida muraglia inutile di strada che ha praticamente distrutto la valle di Seiano – chiosa Cuomo dei Vas – e proprio ieri il sindaco di Vico Equense ha emesso un’ordinanza di divieto di balneazione causa mare sporco. A stagione estiva ultimata. Ottimo tempismo”.