L’autunno caldo è già iniziato, il segnale è arrivato durante la manifestazione degli operai dell’Alcoa, tra tafferugli con le forze dell’ordine e contestazioni dirette agli esponenti dei partiti che fanno capolino al presidio. Eppure, a guardare in Parlamento tutta questa emergenza non c’è, a parte le molte lamentele contro il governo che ha disciplinato la materia, per la scarsità di fondi destinati. Ma di suo il Parlamento cosa ha fatto? Poco o niente: lo dicono i numeri e non solo quelli sull’occupazione, ma proprio quelli delle statistiche parlamentari. Le proposte di legge sul lavoro approvate in quattro anni su iniziativa di deputati e senatori sono solo cinque. E a ben guardare non sono misure epocali sui grandi nodi dell’occupazione o del precariato ma per lo più modesti micro-aggiustamenti in odor di bottega.
Deputati e Senatori hanno per esempio trovato l’accordo sul contributo previdenziale integrativo per i liberi professionisti iscritti ad albi ed elenchi professionali, le disposizioni sull’assegno sostitutivo dell’accompagnatore militare per il 2009, o ancora la composizione dei comitati consultivi provinciali presso l’Inps. E non su altro. Per contro restano sulla carta 698 proposte di legge e tra queste anche provvedimenti volti ad affrontare i problemi serissimi con soluzioni di volta in volta innovative, radicali o di semplice buon senso. Ma quelle leggi sono lì, ferme nelle commissioni: 476 alla Camera e 225 al Senato. Quelle che non hanno mai fatto un passo sono 512, quelle sotto esame da quattro anni e mai approvate sono 183. Eppure c’era molto di cui discutere. Dal reddito minimo di cittadinanza alle nuove figure professionali. Ecco come la politica ha abbandonato l’Italia che lavora.
DALLA SCALA MOBILE ALL’AMIANTO. DAL REDDITO DI CITTADINANZA AGLI AIUTI AI GIOVANI
In Parlamento giace una proposta per reintrodurre la scala mobile. Molti italiani la rimpiangono dal ’92. Due proposte di legge presentate all’inizio della XVI legislatura si proponevano di introdurne in via sperimentale una versione aggiornata per verificare se potesse essere o meno un rimedio alla perdita di potere d’acquisto dei salari. Assegnate alle commissioni, sono in perenne discussione. Ma c’è anche ben altro all’attenzione dei parlamentari che il semplice buon senso avrebbe fatto passare rapidamente e invece è rimasto nell’imbuto parlamentare. Non si contano i processi per l’esposizione dei lavoratori ad amianto e nell’ultimo anno hanno occupato migliaia di pagine di cronaca nazionale. I politici hanno esultato per le sentenze di condanna. Ma in quattro anni e mezzo non hanno approvato nemmeno una delle 22 leggi volte a prevenire o risarcire i lavoratori a contatto con sostanze nocive, dall’eternit al cloruro di vinile.
Quello dei giovani e dei precari sarà un tema caldo nella campagna elettorale alle porte. Ma a guardare indietro non era proprio un’urgenza. Perché delle 19 proposte di legge volte a creare percorsi di inserimento, favorire formule di sostegno temporaneo, agevolare l’iniziativa di impresa non una è andata in porto. Il reddito minimo di cittadinanza è una soluzione o non serve a niente? Il parlamento non lo sa e quindi non lo ha deciso. Non ha nemmeno discusso, a dire il vero. Alcuni parlamentari ci credono e infatti hanno proposto due schemi di legge che sono stati assegnati alla competente commissione e mai discussi. Nel merito non si sa ancora di che si tratta. E la tanto citata partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione delle imprese? E’ forse il caso più emblematico dello stallo parlamentare. Sono lì in attesa di essere trattate 10 proposte di legge presentate da tutti i partiti, di maggioranza e opposizione. Perfino i titoli sono uguali a prescindere dalle sigle che accompagna i testi. Ci provano l’Idv, il Pdl (tre proposte), il Pd, l’Udc. Tutti d’accordo, allora. Ma perché non una passa? Perché alcune sono in via di assegnazione (dopo tre o quattro anni), altre sono assegnate ma nessuno le discute.
Del resto, la politica che mette la testa sotto la sabbia rischia anche di produrre dei danni. Sul mercato del lavoro si sono recentemente affermate nuove figure professionali dei rami medico, ingegneristico, informatico. Gli onorevoli spesso sposano l’idea di disciplinarle in qualche modo, magari su pressione di lobby di categoria, poi mollano il colpo e la cosa finisce lì. Scilipoti voleva l’albo dei naturopati, Pelino (Pdl) che venisse istituita la figura degli autisti di rappresentanza che scarrozzano i politici. Ma ci sono anche schemi di legge per mestieri che sulla carta avrebbero davvero un futuro, magari meno incerto se solo fossero normate. Tutte le figure del web, della consulenza personale, del ramo para-medico. Altre attendono da anni un aggiornamento che non arriva mai, a partire proprio dalla figura del consulente del lavoro, cioè di chi nella crisi dovrebbe avere le spalle larghe per sostenere gli altri lavoratori. Neppure questo passa.
Lavoro & Precari
Lavoro, in quattro anni il Parlamento ha approvato solo cinque “leggine”
Nel corso dell'ultima legislatura, l'iniziativa parlamentare ha tralasciato le grandi riforme su precariato, occupazione e diritti. Al palo 698 proposte di legge. Di queste, 22 riguardano l'amianto, 19 l'inserimento nel mondo del lavoro e il reddito di cittadinanza. In compenso c'è chi vuole l'albo dei naturopati e degli autisti di rappresentanza
L’autunno caldo è già iniziato, il segnale è arrivato durante la manifestazione degli operai dell’Alcoa, tra tafferugli con le forze dell’ordine e contestazioni dirette agli esponenti dei partiti che fanno capolino al presidio. Eppure, a guardare in Parlamento tutta questa emergenza non c’è, a parte le molte lamentele contro il governo che ha disciplinato la materia, per la scarsità di fondi destinati. Ma di suo il Parlamento cosa ha fatto? Poco o niente: lo dicono i numeri e non solo quelli sull’occupazione, ma proprio quelli delle statistiche parlamentari. Le proposte di legge sul lavoro approvate in quattro anni su iniziativa di deputati e senatori sono solo cinque. E a ben guardare non sono misure epocali sui grandi nodi dell’occupazione o del precariato ma per lo più modesti micro-aggiustamenti in odor di bottega.
Deputati e Senatori hanno per esempio trovato l’accordo sul contributo previdenziale integrativo per i liberi professionisti iscritti ad albi ed elenchi professionali, le disposizioni sull’assegno sostitutivo dell’accompagnatore militare per il 2009, o ancora la composizione dei comitati consultivi provinciali presso l’Inps. E non su altro. Per contro restano sulla carta 698 proposte di legge e tra queste anche provvedimenti volti ad affrontare i problemi serissimi con soluzioni di volta in volta innovative, radicali o di semplice buon senso. Ma quelle leggi sono lì, ferme nelle commissioni: 476 alla Camera e 225 al Senato. Quelle che non hanno mai fatto un passo sono 512, quelle sotto esame da quattro anni e mai approvate sono 183. Eppure c’era molto di cui discutere. Dal reddito minimo di cittadinanza alle nuove figure professionali. Ecco come la politica ha abbandonato l’Italia che lavora.
DALLA SCALA MOBILE ALL’AMIANTO. DAL REDDITO DI CITTADINANZA AGLI AIUTI AI GIOVANI
In Parlamento giace una proposta per reintrodurre la scala mobile. Molti italiani la rimpiangono dal ’92. Due proposte di legge presentate all’inizio della XVI legislatura si proponevano di introdurne in via sperimentale una versione aggiornata per verificare se potesse essere o meno un rimedio alla perdita di potere d’acquisto dei salari. Assegnate alle commissioni, sono in perenne discussione. Ma c’è anche ben altro all’attenzione dei parlamentari che il semplice buon senso avrebbe fatto passare rapidamente e invece è rimasto nell’imbuto parlamentare. Non si contano i processi per l’esposizione dei lavoratori ad amianto e nell’ultimo anno hanno occupato migliaia di pagine di cronaca nazionale. I politici hanno esultato per le sentenze di condanna. Ma in quattro anni e mezzo non hanno approvato nemmeno una delle 22 leggi volte a prevenire o risarcire i lavoratori a contatto con sostanze nocive, dall’eternit al cloruro di vinile.
Quello dei giovani e dei precari sarà un tema caldo nella campagna elettorale alle porte. Ma a guardare indietro non era proprio un’urgenza. Perché delle 19 proposte di legge volte a creare percorsi di inserimento, favorire formule di sostegno temporaneo, agevolare l’iniziativa di impresa non una è andata in porto. Il reddito minimo di cittadinanza è una soluzione o non serve a niente? Il parlamento non lo sa e quindi non lo ha deciso. Non ha nemmeno discusso, a dire il vero. Alcuni parlamentari ci credono e infatti hanno proposto due schemi di legge che sono stati assegnati alla competente commissione e mai discussi. Nel merito non si sa ancora di che si tratta. E la tanto citata partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione delle imprese? E’ forse il caso più emblematico dello stallo parlamentare. Sono lì in attesa di essere trattate 10 proposte di legge presentate da tutti i partiti, di maggioranza e opposizione. Perfino i titoli sono uguali a prescindere dalle sigle che accompagna i testi. Ci provano l’Idv, il Pdl (tre proposte), il Pd, l’Udc. Tutti d’accordo, allora. Ma perché non una passa? Perché alcune sono in via di assegnazione (dopo tre o quattro anni), altre sono assegnate ma nessuno le discute.
Del resto, la politica che mette la testa sotto la sabbia rischia anche di produrre dei danni. Sul mercato del lavoro si sono recentemente affermate nuove figure professionali dei rami medico, ingegneristico, informatico. Gli onorevoli spesso sposano l’idea di disciplinarle in qualche modo, magari su pressione di lobby di categoria, poi mollano il colpo e la cosa finisce lì. Scilipoti voleva l’albo dei naturopati, Pelino (Pdl) che venisse istituita la figura degli autisti di rappresentanza che scarrozzano i politici. Ma ci sono anche schemi di legge per mestieri che sulla carta avrebbero davvero un futuro, magari meno incerto se solo fossero normate. Tutte le figure del web, della consulenza personale, del ramo para-medico. Altre attendono da anni un aggiornamento che non arriva mai, a partire proprio dalla figura del consulente del lavoro, cioè di chi nella crisi dovrebbe avere le spalle larghe per sostenere gli altri lavoratori. Neppure questo passa.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".