Dallo Sporting Lisbona al Malaga, Rubin Kazan al Partizan Belgrado per finire all'Atletico Madrid: a causa di pagamenti insoluti, per ora non riceveranno i soldi che il massimo organismo europeo distribuisce per la partecipazione alle coppe. e ora le 'big' hanno davvero paura
Tanto tuonò che piovve. Spauracchio quasi mitologico, di cui tutti parlano senza che nessuno ancora l’abbia visto, il famoso fair play finanziario (lo strumento voluto da Platini per limitare lo strapotere di sceicchi e magnati ed avere un calcio più egalitario) miete le sue prime vittime: 23 club di tutta Europa hanno ricevuto una temporanea esclusione dai premi Uefa per la stagione 2012/2013 a causa di pagamenti insoluti.
Non è la prima volta in assoluto che il nuovo strumento dell’Uefa emette delle sanzioni: lo scorso maggio, ad esempio, il Besiktas (una delle squadre più importanti del campionato turco) era stato escluso dalla prossima edizione dell’Europa League a causa di irregolarità di bilancio (una decisione recentemente confermata anche dal Tas). Ma stavolta nelle rete del fair play finanziario sono cadute più di 20 squadre. Certo, si è ancora ben lontani dalla grande tagliola che tanto spaventa le big europee (italiane in primis) e che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2014: allora, tutte le società – per dirla a grandi linee – dovranno mantenere un ragionevole equilibrio tra entrate e uscite, pena sanzioni varie e crescenti, fino all’esclusione dalle competizioni internazionali.
Oggi, i 23 club vengono puniti per colpe più evidenti, come l’insolvenza in alcuni pagamenti verso altri club, dipendenti o autorità sociali/fiscali. Un problema che riguarda più che altro club di medio-piccola taglia (ne sappiamo qualcosa anche in Italia, dove tra Serie B e Lega Pro sono numerose le squadre che nelle ultime due stagioni hanno ricevuto penalizzazioni anche cospicue per lo stesso motivo). Per adesso, quindi, ancora non si è scatenata la tempesta: è sicuramente più facile colpire il piccolo Borac Banja Luka della Bosnia-Herzegovina, piuttosto che il Paris Saint-Germain o il Manchester City. Ma nella “lista nera” annunciata dall’Uefa ci sono anche nomi illustri: il Rubin Kazan e il Partizan Belgrado (prossimi avversari dell’Inter in Europa League), lo Sporting Lisbona e l’Hajduk Spalato, il Malaga (che il Milan affronterà in Champions) e soprattutto l’Atletico Madrid, campione in carica dell’Europa League e fresco vincitore della Supercoppa Europea con un netto 4-1 sul Chelsea.
Per queste squadre l’esclusione dai premi Uefa è una sanzione tutt’altro che trascurabile: per molti team minori i gettoni di presenza e i premi vittoria per le singole partite disputate nelle competizioni internazionali rappresentano entrate importanti in bilancio. Per non parlare di una big come l’Atletico Madrid, che si è aggiudicata due delle ultime tre edizioni dell’Europa League: se i ‘Colchoneros‘ di Falcao dovessero replicare l’impresa dello scorso anno, si vedrebbero costretti a rinunciare ad un guadagno netto di circa 7 milioni di euro; cosi come non potranno incassare i 3 milioni di premio per la vittoria della Supercoppa (il primo trofeo assegnato nella stagione 2012/2013). Almeno per il momento.
La sospensione dei pagamenti è comunque temporanea: le società sono sotto accertamento, e dovranno fornire maggiori informazioni sui pagamenti in questione entro il 30 settembre; quindi il provvedimento resterà in vigore fino alla completa risoluzione di tutte le pendenze o ad una decisione definitiva della Camera di controllo della Uefa. Ma la notizia di oggi è soprattutto che il fair play finanziario non è solo una chimera, esiste per davvero. Platini fa sul serio, i grandi club di tutta Europa sono avvisati.