Nei primi otto mesi del 2012 abbiamo già consumato le risorse naturali che la Terra è in grado di produrre in un anno. Vale a dire che dal 22 Agosto siamo in debito verso il pianeta, ovvero consumiamo più risorse di quelle che la natura è in grado di produrre, viviamo pertanto al di sopra delle nostre possibilità ecologiche. Questa non proprio felice ricorrenza dal nome inglese “Global Overshoot Day” – letteralmente il “giorno in cui si è passato il limite” – è stata ideata dalla New Economics Foundation di Londra e calcolata dal Global Footprint Network, l’organizzazione che misura l’impronta ecologica che noi umani lasciamo sulla Terra.

Da quel giorno in poi stiamo consumando risorse naturali non più in grado di rinnovarsi e scarichiamo il debito sui nostri figli e nipoti. Andiamo in rosso, come in un prelievo eccessivo dal nostro conto corrente, e purtroppo non esiste oggi operazione finanziaria in grado di riportarci in attivo. Siamo la prima generazione a vivere sulle spalle di chi verrà dopo di noi.

Ma la cosa più preoccupante è che questo limite non viene superato “solo” dal cosiddetto primo mondo, infatti, su 149 paesi presi in esame ben 60 sono responsabili del debito. Va detto che il giorno di passaggio del “limite” non c’è sempre stato: prima del 1986, la Terra ci bastava, ora non più. Ma preoccupante è la velocità con la quale stiamo superando il limite: nel 1990 il Global Overshoot Day era il 19 dicembre, nel 2007 il 26 ottobre, nel 2008 il 23 settembre, mentre quest’anno, come noto, è stato un mese prima. Ma la cosa più preoccupante è che l’utilizzo delle risorse offerte dal pianeta cresce in maniera più che proporzionale di anno in anno. Infatti, se negli anni ‘70 usavamo il 100% delle risorse del pianeta, e il 116% negli anni ‘80, nel 2000 eravamo già al 130% e nel 2012 siamo saliti oltre il 150% .

Se tutti gli abitanti del pianeta vivessero come cittadini americani o canadesi non basterebbero 4 ‘Terre’! Se tutti fossero russi servirebbero circa 2,5 ‘Terre’, ma anche paesi come il Brasile hanno già un fabbisogno di 1,7  ‘Terre’. Noi italiani siamo un po’ meno distruttivi dei nordamericani, tuttavia estendere a tutti il nostro stile di vita, richiederebbe comunque 2,5 ‘Terre’. In questo contesto diviene ancora più urgente rimboccarsi le maniche per lasciare alle generazioni future un mondo migliore, così come auspica lo sviluppo sostenibile. Da un po’ di tempo insisto sull’importanza dei comportamenti e della coerenza delle nostre azioni quotidiane; voglio quindi cercare di scrivere un piccolo elenco di azioni comuni:

-Fare sempre la lista della spesa e acquistare solo ciò di cui si ha realmente bisogno, e che si è certi di consumare prima della scadenza

-Fare la spesa portando le borse da casa.

– Leggere le etichette e confrontare i prodotti, scegliendo, quando possibile, prodotti sostenibili e garantiti da marchi ecologici

-Consumare alimenti freschi di stagione e se possibile da agricoltura biologica

-Usare i detersivi con parsimonia

-Scegliere prodotti con imballaggio ridotto, quando possibile riutilizzarlo, ma comunque conferire correttamente i rifiuti, per garantirgli una “seconda vita”.

 

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