Il ministro Profumo ha annunciato un’altra bella notizia per la scuola pubblica. Gli insegnanti saranno riforniti di un tablet, non sappiamo se IPad o altra marca, in modo da rendere la scuola più snella, efficiente, proiettata verso il futuro. Molto bello. Peccato che la misura sia al momento prevista solo per quattro regioni del Sud, forse a causa di un gap storico da colmare. Peccato, ancora, che proprio stamattina mi sia recato presso la scuola dei miei figli, un’elementare della zona nord di Roma, per consegnare al nuovo maestro trenta pacchi di carta igienica, alcuni flaconi di sapone per le mani, rotoloni per asciugarle. In un’altra scuola vicina, invece, le maestre spiegavano che in tutta la scuola funzionavano solo due water e per mandare i ragazzini in bagno dopo la pausa mensa, c’è voluta quasi un’ora.
Di casi del genere se ne possono citare a iosa. Solo il caso ha prodotto la coincidenza tra gli annunci del ministro e i fatti privati di un giornalista che ha accesso a questo blog. La scuola cade a pezzi, in tutta Italia. Ed è sintomatico che, invece di provvedere con misure strutturali, i vari ministri si dilettino nella pratica disinvolta degli annunci. Maria Stella Gelmini è rimasta famosa per il grembiulino – che, tra l’altro, utilizza solo chi vuole perché la decisione ultima, fortunatamente, è demandata ai singoli istituti che, a loro volta, la demandano alle maestre. Profumo, invece, vuole rimanere nella storia dell’istruzione italiana per il tablet. E per il concorso. Quella del concorso è un’altra bella trovata che i vari coordinamenti di precari si sono già incaricati di smontare. Ancora pochi, però, sanno che la trovata del ministro serve a mascherare non solo un bell’annuncio, probabilmente a fini elettorali, ma anche l’ennesimo taglio. I circa 12 mila posti messi in palio dal concorso, infatti, saranno spalmati sui prossimi tre anni e per il 2013 saranno la metà, circa 6 mila. Altrettanti, per legge, saranno i posti messi a disposizione delle graduatorie, le liste dei precari che aspettano da anni di poter essere assunti. Il prossimo anno, quindi, gli ingressi nella scuola saranno con ogni probabilità 12 mila complessivi, quasi la metà dei 20 mila che aveva previsto il piano Gelmini-Tremonti. Gli annunci sono facili da fare. Governare la scuola è un altro mestiere.